Law and the Humanities
La norma giuridica vuole trasformare nella forma più equa i sentimenti in idee, orientando verso una ragion d’essere; essa rimane una scelta (del legislatore) e un’applicazione (del giudice): sono parole convenzionali edefficaci, che freddano le emozioni e si declinano come scienza, affermandosi come qualificatori (F. Cordero, Fiabe d’entropia). La letteratura come entra in questa vicenda giuridica dapprima di scelta e poi di espressione di ciò che è stato valutato come il meglio? Compito della letteratura (come dell’arte in genere) è scoprire, svelare e leggere i limiti dell’uomo verso il mistero della vita: questa coscienza della propria condizione, che passa all’uomo attraverso il bello e il piacevole, è capace di dire a chi compie scelte e limitazioni tanto nella società quanto per se stesso, ciò che è importante in quel frammento di storia. Sicché, l’arte può meglio di tutto cogliere la differenza necessaria e denunciare un male, fissare al giudizio il carattere ontologico, cioè metafisico e non cronologico; da questa valutazione, può detrarre poi le conseguenze anche il legislatore nella scelta secondo il metro giuridico-scientifico, ovvero il giudice in sentenza, attraverso la porta dei principi dell’ordinamento. La parola è nel diritto come per la letteratura lo strumento della scelta e dell’individuazione del meglio. Nella prospettiva delle considerazioni teoretiche ora tratteggiate, questa Collana editoriale dedicata alla dualità Diritto e Letteratura, intende offrire, attraverso gli studi analitici e opportunamente selezionati che ospita, le visuali elaborate da diverse angolature del contatto fra il mondo giuridico e quello letterario, con i reciproci scambi e influssi, non mancando eventualmente di dedicare l’attenzione, oltre alla prosa e alla poesia, anche alle diverse forme di arte attraverso le quali sussista il colloquio con il concetto del diritto. A tal fine, affiancata, come novità, dalla rivista cartacea intitolata «Agathergòs» (parola che indica il “compiere belle azioni o belle opere”), la collana si caratterizza principalmente per: pubblicare opere nuove e atti di convegni individuati alla luce del tema attinente al settore; ospitare, opportunamente tradotte, le opere di rilievo scritte in materia da autori stranieri; rendere edite o ripubblicare opere “storiche” che abbiano in un certo senso preannunciato la dualità diritto-letteratura, scritte da autori appartenenti alla più classica tradizione.
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