Europaquotidiano.it
Goliarda Ritrovata

È stata riconosciuta internazionalmente come una delle più importanti scrittrici italiane del Novecento, paragonabile, per forza innovativa e carattere della scrittura, solo al padre de Il Gattopardo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, siciliano come lei. Goliarda Sapienza dovrebbe essere il fiore all'occhiello della nostra letteratura e invece ancora oggi l'Italia è ingenerosa nei suoi confronti. Poco si scrive di lei e poco se ne parla. È per questo che salutiamo con gioia l'uscita (il 2 marzo) di Quel sogno d'essere di Goliarda Sapienza - Percorsi critici su una delle maggiori autrici del Novecento italiano (Aracne editrice), una raccolta di saggi critici, firmati - ma sembra sia casuale - solo da donne, intellettuali e studiose, di tutto il mondo. Un capitolo importante che si aggiunge all'opera di riferimento per chiunque voglia avvicinarsi al mondo di Goliarda che è La porta è aperta (Villaggio Maori edizioni) la biografia a lei dedicata nel 2010 da Giovanna Providenti, studiosa e scrittrice. «Sicuramente non esisteva ancora una riflessione critica sull'opera di Goliarda Sapienza - spiega ad Europa Giovanna Providenti, curatrice anche di questo nuovo volume - e ancora moltissimo è il lavoro da fare. Sarebbe auspicabile per esempio ritrovare l'intera corrispondenza tra Goliarda e Attilio Bertolucci, Joyce Lussu, Isa Bartalini e altri importanti protagonisti della letteratura e del cinema di quegli anni».Già perché la vita di Goliarda Sapienza ha attraversato il Novecento italiano intrecciandosi alle biografie dei suoi più grandi protagonisti, a partire dal compagno di lunga data, il regista Citto Maselli. Goliarda nata a Catania nel 1924 da una famiglia di ispirazione socialista - sua madre, Maria Giudice, è stata la prima dirigente donna della Camera del lavoro di Torino - durante la sua vita fu attrice di teatro e cinema - lavorò con registi come Alessandro Blasetti e Luchino Visconti - fino ad abbandonare tutto per dedicarsi alla sua unica ragione di essere, ovvero la scrittura.Ma il riconoscimento del suo talento fu lo specchio nel quale si riflesse l'immagine distorta del nostro paese. Pur vivendo, infatti, a stretto contatto con intellettuali di calibro nessuno, almeno in Italia, riconobbe in modo continuativo il valore della sua scrittura. Bisognerà aspettare la sua morte, nel 1996 perché il suo compagno Angelo Pellegrino riesca - in verità con scarso successo editoriale - per le Edizioni Stampa Alternativa, a far pubblicare il romanzo di Goliarda più travagliato nella sua gestazione, L'arte della gioia, rifiutato da tutti i più importanti editori italiani. Dieci lunghi anni di intensa scrittura quotidiana in nome della quale Goliarda sacrificò tutto.La letteratura fu un buco nero dentro il quale, senza neppure pensarci, scagliò tutta la sua vita, conoscendo addirittura il carcere, i ricoveri psichiatrici e numerose difficoltà economiche. Poi grazie ad una editor tedesca illuminata, Waltraud Schwarze, a Goliarda, seppure da morta, il mondo delle lettere restituisce il maltolto. Il suo romanzo rifiutato da tutti in Italia diventa, in Francia prima e poi in molti altri paesi europei, un caso letterario. Tutti sembrano accorgersi all'improvviso dell'originalissima sua forza creatrice. Fatta di romanzi, racconti, persino poesie e opere teatrali. «Di certo a mio parere il contributo più evidente - spiega Giovanna Pulvirenti - rimane il personaggio di Modesta, figura chiave de L'arte della gioia. Una protagonista femminile ancora inedita nella storia della letteratura italiana, un personaggio ricco di molte sfumature». Con quella forza tutta siciliana dei personaggi di vivere la vita e ribellarsi ad essa attraverso l'intelligenza e il sentimento. Goliarda, in fondo è Modesta «che è qualcosa di più di un'opera di fantasia - spiega la Providenti - nasce da una sorta di profondo progetto di vita interiore.È un ideale, è appunto una sorta di "sogno d'essere" realizzato grazie alla letteratura. Goliarda rimane una persona umana in carne ed ossa e, come tale, più ricca di contraddizioni e conflitti interiori, meno attrezzata a reagire sempre nel modo più appropriato alle difficoltà della vita».Anche di questo si parla nella raccolta di saggi appena uscita che ricostruisce il talento di Goliarda e anche quella dei suoi personaggi. Su tutto una grande certezza. «Modesta, che è il personaggio più simbolico di Goliarda Sapienza - conclude la Providenti - è davvero il prototipo di una donna libera e autentica, che non evitando nessuno dei doni che la vita le riserva, sperimenta una dimensione umana di pienezza e di autodeterminazione, proponendo una sola utopia. Che la gioia è un'arte che ognuno di noi può imparare a coltivare».

Link al sito
Informativa      Aracneeditrice.it si avvale di cookie, anche di terze parti, per offrirti il migliore servizio possibile. Cliccando 'Accetto' o continuando la navigazione ne acconsenti l'utilizzo. Per saperne di più
Accetto