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Antonio Venditti e i suoi “Racconti in breve”

Pubblicata inizialmente sul Corriere della Sera il 22 febbraio 1914, la novella Il treno ha fischiato di Luigi Pirandello ha segnato la storia della letteratura moderna e contemporanea, a dimostrazione che anche i Racconti brevi possono assimilarsi e avere la valenza dei “grandi racconti”.
Lo stesso può dirsi per le Favole, l’antirealismo per eccellenza, con narrazioni piuttosto brevi, che annoverano autori del calibro di Fedro, Esopo, Jean De La Fontaine e, nel Novecento, Gianni Rodari (1920-1980) con i suoi fantasiosi testi rivolti soprattutto a un pubblico di bambini, come le note Favole al telefono pubblicate nel 1962.
Antonio Venditti, dopo aver dato alle stampe innumerevoli romanzi, raccolte di poesie, biografie, testi teatrali, in questi Racconti in breve, pubblicati recentemente da dall’editore Aracne (collana Filamenti, pagine 308, 16 euro), prende in esame i due generi citati, riuscendo ad assimilarli negli aspetti favolistici, per alludere in modo trasparente ai rapporti tra le persone e alle quotidiane difficoltà dell’esistenza.

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