La montagna nella letteratura italiana
Da Petrarca a Cognetti
Area 10 – Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
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SINTESI
Classicamente associata alla presenza del soprannaturale e del divino, nella letteratura italiana la montagna è entrata come veicolo di ascensione spirituale. Dal viaggio ultraterreno di Dante e dalla petrarchesca ascensione al Mont Ventoux fino alla produzione poetica di Tasso, il più concreto immaginario alpestre è quello di confine geografico, barriera settentrionale opposta alla “tedesca rabbia”. Con l’avvento della curiosità barocca e soprattutto dell’inquietudine preromantica, gli intellettuali d’Italia rivolsero lo sguardo alla catena alpina subendone il fascino e traducendone in poesia il “piacevole orrore”. Nel Novecento la montagna è narrata e descritta da varie angolature: meta turistica, luogo di fuga dall’opprimente civiltà urbana, terra di cimento e di valore negli anni della guerra, dimensione intima e totalizzante in alcuni scrittori, fino ai correnti indirizzi che cercano in essa gli echi di quella natura selvaggia avvertita come sempre più in pericolo.
pagine: | 288 |
formato: | 14 x 21 |
ISBN: | 978-88-255-1996-9 |
data pubblicazione: | Novembre 2018 |
marchio editoriale: | Aracne |
collana: | Segni | 1 |

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