L’intervento che ci si propone di presentare ha come obiettivo quello di indagare l’uso della lingua all’interno della cinematografia pasoliniana allo scopo di mettere in evidenza come le scelte effettuate dall’autore in sede di montaggio non solo nascano da una attenzione linguistica e antropologica nei confronti dei dialetti presente fin dalle opere giovanili ma anche rispecchino l’evoluzione poetica dell’artista. L’analisi verterà su due casi,
l’Edipo re (1967) e
Il fiore delle mille e una notte (1974): se in una prima fase, la scelta di adottare il dialetto può essere interpretata come una influenza del neorealismo, in queste due opere cinematografiche, Pasolini dimostra la sua piena consapevolezza nei confronti della non–neutralità del linguaggio così che dalla frattura che si crea nella scena tra immagine e lingua emerge il vero significato della rappresentazione.
pagine: | 289-307 |
DOI: | 10.4399/978885488964414 |
data pubblicazione: | Maggio 2016 |
editore: | Aracne |