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DEL TRADURRE IL DON QUIJOTE
Prospettive sulla traduzione nel IV centenario della morte di Miguel de Cervantes
La lingua “chisciottizzata” di Sancho
DEL TRADURRE IL DON QUIJOTE
Prospettive sulla traduzione nel IV centenario della morte di Miguel de Cervantes
La lingua “chisciottizzata” di Sancho

Quando Don Chisciotte si accinge alla seconda uscita in cerca di avventure cavalleresche, compare la figura di Sancho, importantissimaper la creazione del dialogo, fondamentale per lo sviluppo del romanzodi Cervantes. Contadino incolto, ma «hombre de bien», concreto, ma abbagliato dalla prospettiva di diventare “governatore di un’isola”, Sancho comincia il suo viaggio a fianco di Don Chisciotte e lentamente è attratto nell’orbita del «caballero aventurero», come egli definisce il suo padrone. Le reazioni, i commenti e le interpretazioni della realtà di Sancho nelle varie situazioni in cui viene a trovarsi testimoniano la sua progressiva aderenza al mondo chisciottesco fino all’accorato discorso a don Chisciotte morente. Questa metamorfosi si registra anche nella lingua con cui si esprime: popolare, infarcita di proverbi dapprima, su di essa si innesta man mano una struttura discorsiva e un lessico che aderiscono perfettamente alla nuova visione che Sancho ha della realtà. Lo stretto legame tra lingua e pensiero si sottolinea attraverso l’individuazione di momenti significativi come, ad es., il dialogo tra Sancho e sua moglie (II parte, cap. V) o l’intervento incisivo e vigoroso dello scudiero in difesa del Cavaliere nell’avventura dei leoni (II parte, cap. XVII). Qui al nuovo Sancho bastano due aggettivi per affermare la verità in cui ormai crede.
pagine: | 67-82 |
DOI: | 10.4399/97888255329206 |
data pubblicazione: | Maggio 2020 |
editore: | Aracne |