L’anello che non tiene è una raccolta di sette brevi racconti che trattano la natura canzonatoria e burlesca della vita. Attraverso la forte immagine di un anello di un’ipotetica catena che ad un certo punto non tiene più, Mazzocchini, fa crollare il palco delle apparenze che i protagonisti hanno costruito nel corso della loro esistenza e li lascia sprofondare irrimediabilmente nell’abisso delle loro frustrazioni.
Nel primo racconto Giuliano, esperto di papirologia e single per scelta da tutta una vita, viene illuso e tradito dalla donna di cui si era invaghito e finisce per pensare all’amore come faceva Lucrezio, di cui era appassionato. Il secondo brano vede Sergio, un prete alla sua prima celebrazione eucaristica che non riesce a sopportare la povertà morale di chi lo ascolta e sconvolge tutti i presenti inveendo contro di loro, alla fine nemmeno lui potrà sottrarsi dal ricevere giudizi morali. Nel terzo racconto, un professore di filosofia rivede negli occhi verdi e nei capelli neri di una sua alunna la propria ossessione di quando era diciottenne, ma verrà nuovamente deluso e questa volta definitivamente. Nel quarto, Voltapiera, brillante e affascinante insegnante di disegno e arti plastiche, durante una festa in maschera si trasforma nel suo alter ego, «nell’altro odiato se stesso» del quale non potrà più liberarsi. Protagonista del quinto racconto è una donna che compie quello che reputa un generoso gesto di amore assassinando il marito che la maltrattava. In un atto unico Lazzaro, già morto e resuscitato una volta, di nuovo in punto di morte, rivela a Maria che Cristo «è un impostore, un falsario, un medico pietoso che ci ha instillato veleno impastato nel miele», e in ultimo, una storia angosciosa di una volpe che sogna di essere una quaglia. I protagonisti si scontrano bruscamente, senza possibilità di scelta, con il loro destino, venendo così a conoscenza della parte più recondita di loro stessi e del senso nudo e crudo della loro esistenza.

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