Rivista di vita spirituale

4-5, luglio-ottobre 2012, pp. 573-575

L’amore di Dio ci toglie la bruttezza del peccato e ci trasforma per cui «noi saremo belli amando Dio che è sempre bello». Bellezza-Verità-Amore sono il Verbo-Logos, Parola rivelatrice del Padre, verità fatta persona in Cristo, nostra via, verità, vita.
La centralità di Cristo, manifestazione suprema dell’amore di Dio nella sua uguaglianza con il Padre e con noi nell’Incarnazione, costituisce la parte principale del testo.
L’insistenza particolare sulla bellezza di Cristo (la ricerca del suo volto) approda, ad esempio, alla bellezza di Cristo nella kenosi, vista come manifestazione suprema ed escatologica della bellezza dell’amore che dona la sua vita per gli altri. L’umiltà e la bellezza del Cristo crocifisso risplendono nella croce, simbolo di perfezione dell’amore. Con l’emissione dello spirito il mistero del Dio trinitario si rivela nell’essere l’amato, l’amante, l’amore.
Nella catechesi agostiniana l’itinerario della vita cristiana si rispecchia nella bellezza dell’amore teologale in cui si dipana l’intreccio bellezza, verità, amore. L’arte (cfr. il De musica), la filosofia e la teologia concorrono a costruire una visione unitaria che non conosce autonomie e distinzioni e approda alla carità, bellezza dell’anima («noi saremo belli amando Dio che è bello»).
La bellezza della vita teologale del cristiano, la via pulchritudinis che va dalla nascita alla morte, dal battesimo alla santità al martirio, viene considerata nelle dimensioni ecclesiali, sacramentali, etiche lungo il cammino della vita per approdare alla Bellezza in sé dell’amore trinitario.
Ci sono alcuni cenni sulla bellezza di Maria (Tota pulchra) e della Chiesa, corpo mistico, che è bella perché bello è lo Sposo, che completano il testo, fornito di ampie informazioni bibliografiche e critiche.
In conclusione: c’è una buona conoscenza di Agostino (tante le opere citate), usata con l’intento pedagogico rivolto ai giovani per il recupero della bellezza nella loro formazione. Sollecita a una lettura di Agostino, sempre valida. Qualche interrogativo: quali spazi praticabili offre il contesto culturale attuale per l’incontro della bellezza come vista da Agostino con il vissuto giovanile odierno?
Come la sete di spiritualità e bellezza che leggiamo nel nostro tempo così complesso, dentro il segno della mutabilità e della frammentarietà, può recuperare una visione unitaria capace di attraversare la realtà della vita e captare ovunque quei segni di bellezza che salvano il mondo?
Il libro è pertanto un inizio per un lungo e approfondito lavoro che attende l’impegno di tutte le forze disponibili a educare oggi.

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