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Terremoto: in un libro condanna scienziati e comunicazione P.A.

(AGI) - Roma 10 lug. - Il processo e la condanna in primo grado dei membri della Commissione Grandi Rischi a L'Aquila ha acceso anche in Italia i riflettori sulla comunicazione di emergenza nelle Pubbliche amministrazioni. Ma dove si fermano le responsabilità dei consulenti scientifici, dove iniziano quelle della politica e delle pubbliche amministrazioni, a chi spetta il compito di tradurre le indicazioni della scienza in una comunicazione efficace ed operativa al servizio dei cittadini? E qual è il ruolo degli operatori degli organi di informazione? A questi interrogativi provano a rispondere Stefano Cianciotta, giornalista e docente di Comunicazione della Crisi Aziendale alla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università degli Studi di Teramo, e Fabio Alessandroni, uno degli avvocati delle parti civili, in un volume che ripercorre le fasi che hanno preceduto e seguito la riunione della Commissione, avvenuta a L'Aquila il 31 marzo 2009, sei giorni prima della tragedia. Il libro, dal titolo 'La condanna della Commissione Grandi Rischi, Responsabilità istituzionali e obblighi di Comunicazione nella società del Rischio', edito dalla Società Editrice Aracne di Roma, sarà presentato martedi' 23 luglio alle ore 10, alla Sala delle Colonne della Camera dei Deputati. Alla presentazione interverranno Giovanni Legnini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il consigliere di amministrazione della Rai, Rodolfo De Laurentiis, Luciano D'Amico, rettore dell'Università degli Studi di Teramo, Filippo Lucci, presidente Coordinamento nazionale dei Corecom, Pierluigi Caputi, direttore del Servizio di Protezione Civile della Regione Abruzzo, Mauro Tedeschini e Giustino Parisse, rispettivamente direttore e responsabile della redazione aquilana de Il Centro, questi ultimi autori della prefazione e della post-fazione del libro. La tavola rotonda sarà introdotta e moderata da Luigi Vicinanza, direttore editoriale dei quotidiani locali del Gruppo Espresso. Il processo - affermano gli autori - è stato un atto d'accusa alla comunicazione dell'emergenza. La questione centrale del dibattimento è se i messaggi diffusi dagli esperti abbiano condizionato i comportamenti delle persone tanto da causarne lesioni psicologiche o addirittura la morte. La Commissione Grandi Rischi, istituita per prevenire e prevedere il rischio di accadimento di un possibile evento calamitoso, è incorsa - sempre stando agli autori del volume - in errori di comunicazione per informare la popolazione su quanto stesse accadendo a L'Aquila. Errori commessi violando le disposizioni della Legge 150 del 2000, che disciplina l'informazione e la comunicazione nella Pubblica Amministrazione, contestata per la prima volta nella sede penale.

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