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Giappone/ "Japan Pop", un libro svela la pop–cultura nipponicaUna raccolta di saggi e interviste, da Murakami a Tsukamoto

Una "summa" della pop-cultura giapponese, che tanta diffusione e successo sta avendo in tutto il mondo, è quella che offrono diversi studiosi di cultura nipponica in un volume che raccoglie saggi e interviste ad alcuni dei più importanti rappresentanti di questo flusso culturale: gli scrittori Haruki Murakami, Ryu Murakami, Hideo Furukawa, Natsuo Kirino; i registi Takashi Miike e Shin'ya Tsukamoto; l'artista visuale Mariko Mori; il poeta Shuntaro Tanikawa e tanti altri.

La raccolta, edita dalla casa editrice Aracne, fa parte di una collana specificamente dedicata agli studi giapponesi, unica in Italia. Il volume è suddiviso in quattro parti, proprio per fornire la panoramica più ampia possibile: letteratura; "manga" e "anime" (fumetti e animazione); cinema; poesia, arte e teatro.

Il libro individua due grandi fasi nell'evoluzione della pop–cultura giapponese, assumendo come punto di partenza gli anni post–Sessanta e Settanta. "Una prima onda lunga e travolgente – spiega il curatore Gianluca Coci –, pressappoco fino agli anni Ottanta quando, sovente sotto l'influenza delle sottoculture europee e soprattutto americane, le varie arti di allontanano dal ‘prima’ e determinano a poco a poco la nascita della peculiare cultura pop nipponica". Tra i nomi più famosi di questa prima ondata: Haruki Murakami, Ryu Murakami e il regista Takeshi Kitanoo.

La seconda fase, tuttora in corso, è "meno rivoluzionaria, ma altrettanto massiccia e significativa".In questa seconda ondata, "sulla scia dell'ipersviluppo dei media e in particolare dell'avvento del web, che tutto rende possibile (nel bene e nel male), il pop è venuto affermandosi diffusamentenel segno del crossover più folle e totale". Tra i nomi più rappresentativi: Takashi Miike, Kazushige Abe, Hideo Furukawa.

La "star" della pop-cultura nipponica nel mondo è certamente Haruki Murakami, che nel saggio è presente con un'intervista dal titolo estremamente curioso: "Come costruire una pila di gattini addormentati...cercando di non svegliarli". E' un riferimento a una metafora usata in un vecchio racconto, nel quale paragonava la scrittura a quell'attività. Nell'intervista l'autore di "1Q84", che è stato un successo globale, parla a ruota libera di tutto: dai pomodori italiani, alla sua ossessione per la corsa, con una particolare attenzione al suo lavoro di scrittore e a quello parallelo di traduttore.

Questa è la cifra delle interviste contenute nel volume: una grande varietà di temi affrontati per fornire una serie di punti di riferimento che permettano di orientarsi in una realtà magmatica come quella della cultura nipponica contemporanea. Il metodo adottato — spiega Coci — è quello di "viaggiare senza una meta precisa: condurre un'esplorazione e raccogliere testimonianze e voci, seguirle come tracce, per poi confrontarle e collocarle in una mappa semplicemente provvisoria, senza alcuna pretesa di irrevocabilità".

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