Equilibri
Africa: politica e minoranze nel continente

l secondo volume della collana Nova Collectanea Africana del Centro di Studi Africani in Sardegna, curato da Marisa Fois e Alessandro Pes, fornisce un variegato resoconto sui percorsi di inclusione ed esclusione politica delle diverse minoranze etniche, religiose e linguistiche all'interno del continente africano. Redatta in lingua inglese e francese, la curatela si avvale dei contributi di studiosi europei e africani.
Tra i suoi tratti distintivi, il rifiuto della tradizionale suddivisione geografica tra Africa sub-Sahariana e Africa mediterranea. In sua vece, una ripartizione argomentativa che si articola sui temi dell'identità, della competizione elettorale, della religione e del territorio. Uno degli obiettivi del libro è quello di elevare le minoranze prese in esame da mero oggetto di studio a soggetto dell'analisi, attraverso un rovesciamento della prospettiva "maggioritaria" comunemente utilizzata.
La prima sezione, dedicata al tema dell'identità, raccoglie i saggi di Mauro Piras (Università di Cagliari), Gado Alzuma (American University of Nigeria), Mohamed Haji Ingiriis (University of London) e Yoon Jung Park (Rhodes University). Gli autori affrontano, rispettivamente, le pratiche di manipolazione della minoranza italiana in Marocco tra le due guerre mondiali da parte del governo fascista, l'emergere dell'etno-nazionalismo Touareg nel Mali e Niger contemporanei, la marginalizzazione politica della minoranza Bantu/Jareer in Somalia, le contraddizioni delle politiche di inclusione razziale del governo Sudafricano nei confronti della comunità cinese.
La seconda sezione è dedicata al tema della competizione elettorale e della rappresentanza politica. Richard Goodridge (University of Ibadan) analizza, attraverso fonti d'archivio e interviste orali, l'eredità del lascito coloniale sui rapporti tra popolazioni Fulani e non-Fulani nei territori dell'ex Camerun Settentionale Britannico, concentrandosi sui referendum del 1959 e 1961. Giuseppe Maimone (Università di Cagliari) esplora il processo di inclusione politica delle comunità Haratines – ex schiavi e discendenti di schiavi – da parte dell'elite araba in Mauritania, soffermandosi sulle diverse rappresentazioni dell'identità collettiva Haratines. Elisabetta Spano (University of Edinburgh) si sofferma sul caso del Botswana, offrendo una panoramica storica sulla marginalizzazione delle minoranze etniche non riconducibili alla maggioranza Tswana e sugli sforzi profusi per ottenere il riconoscimento dei loro diritti da parte dello Stato centrale. La sezione si chiude con il lavoro congiunto di Akin Iwilade (University of Oxford) e Iwebunor Okwechime (French Institute for Research in Africa), che analizzano l'intreccio tra modalità di distribuzione dei proventi dell'industria petrolifera e procedure di mobilitazione etnica nel corso delle tornate elettorali nella regione del Delta del Niger, evidenziandone le ricadute sul processo di democratizzazione.
La terza parte del libro affronta l'intreccio tra religione e politica, attraverso un'analisi storica che consente di cogliere meglio il difficile momento di transizione vissuto da due Paesi, l'Egitto e la Somalia, per diversi motivi vicini all'Italia. I contributi di Alessia Melcangi (Università di Catania) e Valeria Saggiorno (Università L'Orientale, Napoli) ricostruiscono rispettivamente le modalità di partecipazione alla vita politica egiziana da parte della minoranza cristiano-copta e l'evoluzione del movimento religioso di matrice islamista Al-Islah nella Somalia postcoloniale.
La quarta e ultima parte del libro riflette sul concetto di confine e territorio. Il caso di studio presentato da Henry Gyang Mang (University of Jos) sulle relazioni di potere nello Stato del Plateau, nella Nigeria centro-settentrionale, è un esempio di come la ripartizione amministrativa dello Stato africano post-coloniale possa talvolta produrre un'inversione di ruoli tra maggioranza e minoranza, a favore della seconda. Sabelo Ndlovu-Gatsheni (University of South Africa) evidenzia invece i limiti del processo di costruzione della nazione in Zimbabwe, affrontando l'ancora irrisolta questione del Matabeleland.
L’uso di concetti chiave quali minoranze e politica consente una lettura approfondita del continente africano nel suo complesso, delle sue dinamiche e dei cambiamenti in atto. Visti i temi e gli approcci con il quale vengono affrontati, il libro è consigliato sia agli esperti – e quindi a un pubblico accademico in senso stretto – sia ai non addetti ai lavori.

Link al sito
Informativa      Aracneeditrice.it si avvale di cookie, anche di terze parti, per offrirti il migliore servizio possibile. Cliccando 'Accetto' o continuando la navigazione ne acconsenti l'utilizzo. Per saperne di più
Accetto