Margarete Durst
Salvatore Morelli in difesa delle donne nell'Italia risorgimentale

Il testo di Vittoria Bosna che qui si presenta, affronta una tematica di ampio respiro, ovvero l'emancipazione femminile, e focalizza una figura di studioso ante litteram fautore della parità dei diritti tra uomini e donne, includendovi anche quello al divorzio. La persona di così ampie vedute di cui si tratta è Salvatore Morelli, il quale, in maniera certo atipica per il suo tempo, ha deciso d'investire il suo impegno in favore della valorizzazione delle capacità femminili su uno dei fronti emancipazionisti più delicati quale quello tout court della vita pubblica, in cui le donne non erano affatto tenute in grande considerazione. Il che, peraltro, accade ancora oggi anche laddove sono stati sanciti i diritti per la parità di genere che, benché rientrino tra i diritti umani universali, non sono stati riconosciuti da tutti i paesi del mondo. Come ben segnala la frase posta ad esergo del volume in esame il riconoscimento ufficiale dei diritti è comunque essenziale e va esteso al genere femminile, ma la tanto sintetica quanto lapidaria affermazione di Morelli, «la donna nel consorzio umano deve essere considerata niente più e niente meno dell'uomo» (posta ad esergo in apertura del testo) potrebbe riflettere, agli occhi delle donne e uomini del presente, una visione emancipatrice in cui la parità corre quanto meno il rischio di non valorizzare adeguatamente le differenze.
La contestualizzazione storica sgombra ovviamente il campo ai fraintendimenti, come ben scrive Antonella Cagnolati nella Prefazione al volume, « riscattare dall'oblio e dalla dimenticanza figure che tanto hanno dato alla causa dell'emancipazione femminile è una sorte di missione»; ed è appunto con tale spirito che Morelli si votò all'impresa, facendosi carico del successo dell'emancipazionismo delle donne, in un'epoca come quella dell'Italia risorgimentale, mirando al più generale riscatto del Mezzogiorno. Un impegno per il genere femminile di tal fatta, all'epoca certamente raro, non è cosa di cui a tutt'oggi si possa a ragione dire non più necessario, vista la costante precarietà dei diritti umani dichiarati universali, soprattutto sul fronte della loro estensione al genere femminile. Quello di Morelli è un impegno umanitario mirato alle donne del suo tempo perché potessero rendersi protagoniste di una storia più umana nel senso di umanizzante per ogni persona, ed è sempre attraverso il passaggio di mano in mano di missioni umanitarie che la storia del nostro mondo comune può andare avanti nonostante le sue ripetute fasi catastrofiche. Uno degli snodi cruciali dell'emancipazione femminile su cui s'impegna Morelli è quello dell'educazione, impigliata come era in leggi costrittive attinenti ad ogni tipo di diritti; ma a ciò il nostro autore non associa un sovvertimento radicale delle leggi, quanto invece un cambiamento mirato a valorizzare il ruolo materno, il che, come sottolinea l'autrice del volume, lo porterà a far parte della schiera dei profeti inascoltati.A seguire la già citata Prefazione, il testo è articolato in tre capitoli: - I.: Salvatore Morelli Patriota "emancipazionista" e difensore dei diritti delle donne , - II: La donna e la scienza. Una riflessione dedicata alle donne del Risorgimento, (corredati di Introduzione, Cenni biografici di Salvatore Morelli a cura di Carmen Carluccio, Appendice documentaria, Bibliografia). L'apparato delle note, ampio ed articolato, attinge sia ai testi originali dell'epoca che alla letterature secondaria, e la documentazione è attenta e minuziosa, l'intreccio delle tematiche è ben congegnato e, nell'addentrarsi nella storia politica, si tocca peculiarmente il tema educativo in quanto ad esso si riallaccia la necessità dell'istruzione femminile quale veicolo di progresso. Tuttavia, proprio l'impegno di Morelli in tale direzione suscitò nel mondo ecclesiastico di stampo più tradizionale immediati sospetti, laddove il nostro autore si era formato in ambienti religiosi assai aperti, ed il testo in esame offre significative testimonianze di misoginia e di resistenza delle stesse donne ai cambiamenti in atto. Ne può consolare il fatto che l'emancipazione femminile sia a tutt'oggi osteggiata in tante parti del mondo in modo spesso feroce e cruento.

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