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Quando la Onlus diventa un guadagno

Giovedì 16 novembre 2012 si è seguito per tutti gli interessati di socialità e politica il discorso introduttivo alla presentazione del libro "Quando la Onlus diventa un guadagno - Tecniche per arricchirsi salvando i bambini", di Francesco Petrone per l'Aracne editrice, ma cosa migliore si è potuto avere dalla stessa casa editrice e dallo stesso autore (si suppone), l'opportunità di avere informazioni più dettagliate sugli affari speculativi delle Onlus, di alcune di esse, non si voglia qui certo fare di tutta un'erba un fascio, per fare notizia. Ma nonostante tutto, lo si deve ammettere, si è avuta la possibilità di leggere un buon libro, scritto con un buon linguaggio e con tanta partecipazione da parte di chi è entrato nel problema del Marketing affaristico che sfrutta la povertà e la miseria di tanti esseri umani, e, come spiega lo stesso Petrone, non solo, ma esseri viventi. Francesco, l'autore, ha lavorato per diverso tempo per quella "macchina per fare soldi" che è la "Serpente marketing", e non si è affatto entusiasmato, altro che per pochi, limitatissimi momenti spesi nell'inaugurazione della proclamazione ad "Owner" di un suo vecchio collega.Ma si spendano due parole sull'autore, oltre che sul lavoratore e l'agguerrito scrittore che traspare dalle pagine di un testo quanto mai interessante. Francesco Petrone nasce a Marsicovetere (PZ), nel 1981, è dottorando all'università di Barcellona, in Spagna dove si occupa di Governance nelle relazioni internazionali, processi di transizione democratica e diritti umani. Si è laureato in filosofia presso l'università Federico II di Napoli e in Scienze politiche all'università Libre de Bruxelles, in Belgio. Ha svolto parecchie attività, non ultima quella di organizzatore di eventi, informatico, traduttore e collaboratore con alcune testate locali, anche se chi scrive preferirebbe dire: "di" alcune testate, poiché ogni giornalista ve ne appartiene, in molti sensi; ma sono idee del tutto personali al riguardo. Ora però proseguiamo con la sua esperienza alla Serpente Marketing che coglie il senso di questo libro, certamente per la sottoscritta talmente ben scritto che non può limitarsi alla sola sfera di Narrativa.L'autore ci espone come abbia voluto tornare in Italia, nel proprio paese, nella sua "culla" natìa dopo un po' di tempo nelle strutture lavorative e di studio estere. Tutti noi ne dovremmo essere orgogliosi, e invece pare proprio che una delle prime realtà dove ha trovato lavoro, non l'abbia pensata affatto allo stesso modo. Si introduce in una Onlus come dialogatore Face to face, si traduce: "faccia a faccia", e scopre che proprio queste organizzazioni, dato che non vengono aiutate dal governo economicamente, al livello umanitario, si organizzino a modo "loro", svolgendo un, così si chiamerà: lavoro Profit, invece che No-Profit. Francesco sostiene che sia basato su una sorta di "donazione indotta" e non spontanea, come anche Chi più importante di lui, in tempi non sospetti, aveva definito quale unica via efficace per l'elemosina...E non si stia qui a dire di Chi si parli. Le parole esatte, per i più distratti erano: "La destra non sappia ciò che fa la sinistra", o: "Vera circoncisione è quella del cuore"..E via dicendo, per essere più chiari e giustificare pienamente ciò che afferma Petrone.La struttura, come sostiene audacemente e giustamente il giornalista che affianca nella presentazione del testo l'autore, è illegalmente Piramidale. Chi voglia meglio comprendere l'assurdità di questo sistema economico vada anche a comperare il libro e comprenderà più efficacemente di quanto vi possa spiegare io il discorso di questa struttura "organizzativo-economica". Ed a questo proposito si parli anche dell'altra assurdità: cioè della legge 238/2010, che doveva incentivare il ritorno dei cervelli "in fuga" all'estero, e ciò, dal testo si evince bene come non accada, oltre che non sia accaduto allo stesso Petrone. La parte focale del narrato si trova nel racconto del discorso di quel suo collega: Gino, passato ad "Owner" che ha toccato e toccò, non solo alcuni tra gli ascoltatori della sala, ma soprattutto lo stesso Francesco che, indignato o meno, ha deciso di scrivervi un libro che altro non è che un appassionato sentire il problema etico della beneficenza come prima si affermava: spontanea, senza vincoli, e quale un senso del dovere quasi nascosto nella voglia di lavorare. Ci si spiegherà meglio: il proprio lavoro, sembra affermare Petrone, ci deve anche piacere, e non ha poi tanta importanza se questi ci serva tanto quanto basti per vivere o per condurre una vita agiata; non sta a lui stabilirlo, ma semmai sta a lui stabilire quanto spirito di iniziativa ci si impieghi nello svolgerlo: questo benedetto lavoro, che in un paese come l'Italia sembra sempre più una chimera e non un obbligo quale la nostra stessa cara Costituzione ci trasmette e ci insegna.Ma, senza andare nel politico, né nel filosofico , si vada nel pratico: è pr

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