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CORPI SENZA ORGANI NEL CINEMA DI DAVID CRONENBERG
Il volume di Martina Puliatti, La rivoluzione interiore. Corpi senza organi nel cinema di David Cronenberg (Aracne Editrice, 2020) non deve essere inteso come una monografia dedicata al regista canadese, quanto piuttosto come uno studio critico relativo alle riflessioni che egli ha prodotto attraverso l’immagine filmica. Riprendendo i convincimenti introdotti da Gilles Deleuze nei suoi saggi dedicati al cinema – Immagine-tempo e Immagine-movimento –, l’autrice affronta le pellicole di Cronenberg non come messa in scena di concetti o argomentazioni filosofiche, ma come riflessioni praticate con altri mezzi, quelli dell’immagine cinematografica appunto. La relazione tra concetto filosofico e pratica filmica, secondo il filosofo francese, non deve infatti essere pensata nel segno di un rapporto di subordinazione, quanto piuttosto nei termini di una relazione orizzontale fatta di scambi reciproci in cui il confronto avviene attraverso mezzi diversi che però si pongono le medesime domande. In particolare ad essere esplorato da Puliatti è il concetto di Corpo senza Organi con cui si sono confrontati Antonin Artaud, Gilles Deleuze, Félix Guattari e lo stesso David Cronenberg. [...]
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