Athenaeum
Alessia Spina, I volti della fides e la tutela impuberum. Dal tutor suspectus al falsus tutor

Il rinnovato interesse della romanistica per la tutela, testimoniato dai non pochi contributi ad essa dedicati in anni recenti, muove anche – se non soprattutto – dall’esigenza di rivedere criticamente gli esiti esegetici e dogmatici di una stagione di studi sul tema, quella a cavallo tra la fine del XIX e la metà del XX secolo, in cui predominava la prospettiva dell’interpolazionismo. S’inserisce in questo contesto la monografia di A. Spina, che ha ad oggetto due figure patologiche del rapporto tutelare: il suspectus tutor e il falsus tutor. Apre il volume una prefazione di S. Randazzo (pp. 9-17), che anticipa per sommi capi il quadro storiografico e l’ordine dei problemi con cui la ricerca si confronta.
Com’è fin troppo noto, la tutela fu a Roma un fenomeno socialmente rilevante, la cui rappresentazioneè dato cogliere ben oltre i confini della letteratura giuridica. Un buon numero di fonti extragiuridiche è infatti esaminato nel primo capitolo della ricerca, con lo scopo d’indagare il rapporto tra fides e tutela in età arcaica e repubblicana. A questa ricognizione l’Autrice si volge non prima d’aver efficacemente riassunto i principali orientamenti dottrinali circa i caratteri originari dell’istituto tutelare e la loro trasformazione in epoca classica (pp. 19-39). La rassegna dei testi (pp. 40-72) si fa apprezzare per la varietà dei generi letterari e degli autori considerati (Plauto, Terenzio, Cicerone e Gellio), ma in ultima analisi si risolve in una conclusione in sè piuttosto scontata, ossia che la tutela d’epoca risalente fosse improntata alla fides, e che questo tratto primigenio si sia conservato nella successiva evoluzione dell’istituto. […]

ATHENAEUM - Studi Periodici di Letteratura e Storia dell’Antichità 107/2 (2019)

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