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“Gesù e la Sindone. Risposte scientifiche alle domande dei giovani di Emanuela Marinelli e Marco Fasol

Su questo pezzo di stoffa rettangolare, grande oltre quattro metri per un metro, si scorge una doppia figura umana, frontale e dorsale. Quest’uomo viene chiamato convenzionalmente “Uomo della Sindone”. Ma tutto fa pensare che si tratti proprio di Gesù. C’è una perfetta coincidenza tra le narrazioni dei quattro Vangeli sulla Passione di Cristo e quanto si osserva sulla Sindone, anche riguardo ai particolari “personalizzati” del supplizio: la flagellazione come pena a sé stante, troppo abbondante per essere il preludio della crocifissione (120 colpi invece degli ordinari 21); la coronazione di spine, fatto del tutto insolito; il trasporto del patibulum, la trave orizzontale della croce; la sospensione alla croce con i chiodi invece delle più comuni corde; l’assenza di crurifragio; la frattura delle gambe per accelerare la morte; la ferita al costato inferta dopo la morte, con fuoruscita di sangue e siero; il mancato lavaggio del cadavere per la morte violenta, che prevedeva la conservazione del sangue; l’avvolgimento del corpo in un lenzuolo pregiato; la deposizione in una tomba propria invece della fine in una fossa comune; il breve tempo di permanenza nel lenzuolo. […]

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