
Almanacco della Scienza
Santo Spirito, un ospedale da primato
La storia della medicina è un genere saggistico ormai consolidato anche nel pubblico non specialistico, con una mole ingente di pubblicazioni e autori italiani e stranieri affermati, dal nostro Giorgio Cosmacini al medico indiano Siddhartha Mukherjee, che con la sua "biografia del cancro" 'L'imperatore del male' ha addirittura vinto il Pulitzer 2011. In quest'ampio filone, la storia della sanità riveste un interesse peculiare, poiché consente di storicizzare un comparto dell'assistenza pubblica che si è evoluto nel corso dei secoli fino a divenire un perno ineludibile del nostro concetto di 'civiltà'. Per quanto, notiamo a margine, quest'acquisizione rischi in futuro di essere penalizzata sotto i colpi di una crisi economica e finanziaria pesantissima.Questo volume su 'L'arcispedale Santo Spirito in Saxia' trova però un'ulteriore ragione di interesse e una di attualità. La prima è che si parla di un monumento importantissimo per Roma, anche sul piano artistico, che moltissimi cittadini e turisti ignorano, riducendolo a punto di passaggio tra il centro storico e la Città del Vaticano. Tale collocazione lungo il Tevere, peraltro, non è casuale e risponde alla logica urbanistica che poneva sempre i punti di assistenza medica fuori dall'abitato. L'attualità è relativa all'utilità di questo testo per riconsiderare il ruolo svolto nella storia della sanità italiana dall'assistenza ecclesiale e cattolica, in un momento nel quale si sollevano su di essa polemiche talvolta frettolose.Gli autori - Silvia Mattoni, giornalista dell'Ufficio stampa del Cnr con una lunga esperienza di comunicazione medica; il chirurgo Massimo Mongardini, docente all'Università La Sapienza; Marco Scarnò, statistico e già autore di pubblicazioni nel settore - illustrano l'intero spettro di ben 800 anni del "più grande spedale dell'Urbe", evidenziandone il duplice primato: in quanto edificio miratamente realizzato per la funzione ospedaliera e come 'pioniere' di alcune delle moderne modalità di cura dei malati. A corredarlo, una ricca mole di dati e aneddoti, nella quale spiccano curiosità quali l'assistenza 'musicale' fornita ai ricoverati, nella convinzione 'olistica' che il loro benessere dovesse investire tanto la sfera fisica e clinica quanto quella spirituale e mentale.La magna pars de 'L'arcispedale Santo Spirito in Saxia' è però dedicata al momento nel quale la struttura passa al controllo statale, con la proclamazione di Roma capitale del Regno d'Italia. Un momento traumatico, che segna una pesante rottura tra Stato laico e Chiesa, saldata soltanto decenni dopo dai Patti lateranensi, ma che fortunatamente non compromette l'efficienza del servizio offerto alla cittadinanza dall'ospedale. L'ultimo ma non minore motivo di interesse del volume, quindi, sta nel contributo offerto alla ricostruzione della nostra storia unitaria, alla quale si è giustamente data attenzione in occasione del 150° anniversario, che il Santo Spirito ha celebrato con un fitto calendario di iniziative.
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