Tempi
C’è sempre una (cattiva) scusa per fumare cannabis

È vero non è più una voce, è un coro. Anzi sono più cori. La diffusione e il consumo di cannabis è un problema e da problemi anche al resto della collettività. Dopo 50 anni dal suo esordio ci è data la possibilità di una osservazione longitudinale che prima non avevamo. L’infiltrazione nella società è cosi sottilmente trasversale da impedirci una messa a fuoco e la definizione di un gruppo così come avviene invece per il consumo di altre sostanze: esistono i tossicodipendenti e il corpo sociale struttura delle risposte. Il cannabinista non esiste, ma c’è (e forma il gruppo più numeroso). Sta male, è apatico, pigro, depresso, vive al di sotto delle sue potenzialità e può anche avere problemi di relazione, ansia e ossessività, spunti paranoici, difficoltà a gestire reazioni adeguate, specie in situazioni improvvise, a controllare gli impulsi; non lavora o lavora poco e male, non sopporta gli obblighi e se non si fa una canna fatica a vivere. Qui il corpo sociale non struttura nessuna risposta, nessuna proposta. Diminuiscono le misure di contrasto. […]

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