Giornale di Brescia
Intercettazioni: così il mio ispettore Pinto è andato oltre il giallo

Un'aspra contesa non solo politica accompagna dal 2009 l'iter parlamentare delle modifiche relative alla normativa sulle intercettazioni telefoniche ed ambientali. Su questo tema Mario Dovinola, Pubblico ministero alla Procura di Roma, ha composto un'opera dall'impianto narrativoassai originale, che, intrecciando il romanzo poliziesco al libro-documento, rischiara con procedimento illuministico i labirinti della controversa questione. Titolo: «Intercettazioni - L'indagine dell'ispettore Pinto» (Aracne editrice, pp. 163, e 8 ).È la storia di un'indagine che vede protagonisti un ispettore di Polizia, il dirigente suo superiore ed il Pubblico ministero e che si dipana attraverso agili dialoghi, intercettazioni telefoniche ed ambientali, tabulatie trascrizioni da satellite. Nel corso dell'indagine, dibattendo i tre la questione, prendono corpo i loroorientamenti. Spettatore per caso di un incidente stradale a Cava dei Tirreni, nel Salernitano, nel qualeunadonnahaperdutola vita, l'ispettore Pinto intraprende le indagini.Lo insospettiscono le ambiguità e le reticenze di alcune persone che risultano estranee all'incidente. Conil proprio dirigente Pinto accumula indizisuunaltro reato, assaipiù grave dell'omicidio colposo; la qual cosaobbliga ilGipadautorizzare le intercettazioni richieste dal Pm. Il lettore - è lo scopo dichiarato di Dovinola-potràintendere l'utilitàelanecessità degli strumenti d'indagine, l'uso deiquali alcuni settori dellapoliticavorrebbero limitare. Il racconto - scrive nella prefazioneMarioAlmerighi, magistrato ed ex componentedel Csm - «trascina nel cuore degli eventi, traducendo quella che potrebbe essere una noiosa lezionedi diritto nella viva ricostruzione di un'indagine dal sapore giallistico».Dott. Dovinola, il suo libro intende informaresull'importanzadelleintercettazioni nelle indagini dellaPolizia giudiziaria e sugli effetti di un'ulteriore limitazione del potere di disporle. Può spiegare perché?Ho voluto scrivere questo libro per mettere in condizione il cittadino comune di farsi direttamenteun'idea sul mondo delle intercettazioni. I dibattiti mediatici non hanno mai informato, sono stati piuttostola sede in cui i partecipi, dell'una o dell'altra fazione politica, hanno lanciato messaggi finalizzati a colpirel'ascoltatore,eadaccaparrarsene il consenso. A dire la verità, pochi minuti di intervento alla tv o alla radionon consentono neppure di scendere nel dettaglio, leggere per interogli articoli delcodice diprocedurapenale, confrontarli ed analizzarli. Conclusal'indagine, gliimmaginari protagonisti provano ad applicareal caso in esame la cosiddetta «legge bavaglio». Con quali esiti? Le intercettazioni, telefoniche edambientali, attivate secondo le attuali regole del Codice di procedura penale,hannoconsentito ai mieiinvestigatori di scoprire reati gravi. A fine lavorohopensato fosse interessante sperimentare le nuove regole sulcasoconcreto:ebbenele modifiche approvate dalla Camera dei deputati avrebbero impedito di raggiungere l'obiettivo. Non così le regole come modificate dal Senato. Lei ha tentato di trasferire il dibattitosull'autonomiadellamagistratura nella materialità di un'indagine.Che tipo di magistratura ne esce? Ho portato, nella storia che ho raccontato la mia esperienza di Pubblico ministero, vissuta prima alla Procura di Marsala e poi a quella di Roma. Nel mio lavoro non ho mai cercatoil «colpo» o lo «spot», o la notorietà.Il Pubblico ministero dell'indagine lavora anche di pomeriggio, cerca di supportare gli investigatori in un'indagine importante, di incanalare le loro iniziative su binari processualmente regolari. Come il dottorPensolino è la grande maggioranza dei magistrati. Non teme l'accusa di aver scritto un libro troppo «a tesi»?Nel cercare di illustrare i meccanismi processuali e far capire come si intersecano con la realtà diun'indaginecertamente sono partito da una convinzione: le intercettazioni sono necessarie per ottenere buoni risultati investigativi. È questa la mia tesi. Invadere la privacy altrui è consentito al Pubblico ministero al fine di difendere altri importanti interessi della collettività.Esponenti politici hanno spesso definito «finalizzate a colpire ma non ad informare», posizioni analoghe a quelle da lei espresse. Cosa risponde? L'obiettivo dei politici è creare nell'elettorato il consenso verso unamodifica legislativa così importante. Per questo avversano chi sostiene argomentazioni analoghe allemie, e tentano di spostare l'attenzione sull'aspetto indubbiamente critico di questa attività che èla violazione della sfera privata, esulla necessità di limitare il raggio d'azione di chi esercita questo potere.Non teme che l'argomento del libro sia superato, data la nuova fase politica attraversata dal Paese?Credo che l'informazione non sia maisuperata.Un'informazione corretta è un patrimonio che sosterràchi lo possiede in qualunque occasione.E penso che occasioni ci saranno anche a breve, perché tutti i partit

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