Medioevo Latino
Libertà e determinismo. Rifessioni medievali

Studi di storia della filosofia Presentazione del pensiero logico e ontologico di Giovanni Duns Scoto secondo l’approccio analitico alla base dei volumi New History of Western Philosophy (Oxford 200 -2007; per il secondo vol. cfr. MEL XXXII 12143) di A. Kenny. In particolare, vengono esaminate le sue posizioni non aristoteliche sulla logica modale, espressione estrema della rottura con la tradizione classicheggiante rappresentata dalla scuola francescana. Secondo l’A. la discussione sul tema dei futuri possibili contenuta nella distinctio XXXIX del primo libro della Lectura sulle Sententiae di Pietro Lombardo e nella versione dell’Ordinatio, rappresenta la chiave di volta per interpretare le considerazioni sulla 3sica e sull’etica dell filosofo scozzese in ottica non classica. Dopo una premessa metodologica, il primo capitolo fornisce una panoramica sugli assiomi di possibilità e necessità nell’opera logica di Aristotele, specialmente nel Perihermeneias. Nel secondo capitolo l’A. afferma che le riflessioni di Duns Scoto operano una frattura rispetto all’approccio logico modale classico, ricollegandosi alla più recente corrente di pensiero di studiosi che seguono un metodo operativo analitico, tra cui O. Boulnois, A. Vos e S. Knuuttila. Si analizza poi il passo citato della Lectura in cui il francescano tratta il problema dei futuri contingenti: rispetto alla prospettiva aristotelica, vi è un tentativo di formulare una nuova teoria temporale, in quanto la prima sarebbe incompatibile con la prescienza divina. Tra le sei quaestiones che costituiscono la distinctio XXXIX, le prime quattro sono considerate preliminari, mentre la V, dopo l’esposizione del pensiero di illustri predecessori quali Boezio (Consolatio Philosophiae) e Anselmo, contiene le posizioni originali di Duns Scoto, che l’A. mette in correlazione con la Metaphysica di Avicenna e con il Proslogion e il Monologion di Anselmo. Sulla distinzione tra senso composto e senso diviso viene poi tracciato un parallelo tra il De sophisticis elenchis di Aristotele, le Quaestiones super librum Elenchorum Aristotelis di Duns Scoto, un commento del XIII secolo attribuito a Pietro d’Alvernia ele Quaestiones super librum Elenchorum di Simone di Faversham. Il terzo capitolo contiene una proposta analitica sull’opera di Scoto a partire dalle posizioni di S. Galvan sulla semantica dei mondi possibili, che sottolinea l’aspetto morale della teoria scotista sui futuri contingenti in opposizione alla razionalizzazione aristotelica.

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