ACTA Philosophica
ACTA Rivista internazionale di filosofia

Con la pubblicazione di questa monografia, Enrico Moro ci offre una ricca e dettagliata trattazione della nozione agostiniana di materia. Basandosi su un’indagine quantitativa rigorosa, egli sceglie di costruire un percorso diacronico, così da poter osservare come la riflessione di Agostino di Ippona sulla materia sia maturata nel corso del tempo, dai primi commenti alla Genesi, profondamente animati dal rifiuto della dottrina manichea, fino alle riflessioni svolte nelle Confessioni e nel De Genesi ad litteram.
Il volume si articola quindi secondo tre grandi parti : la prima concerne i primi commenti alla Genesi, la seconda i libri xi-xii delle Confessioni ; l’ultima prende in considerazione diversi libri del De Genesi ad litteram. Quanto ai primi testi, Agostino fa emergere, in opposizione ai manichei, l’esigenza di rifiutare qualsiasi concezione negativa della realtà corporea. In tal senso, egli interpreta le parole della Genesi “In principio Dio fece il cielo e la terra” (Gn 1,1) prendendo la locuzione “cielo e terra” non in senso letterale, bensì come creazione di una materia contenente in maniera germinale la totalità delle nature corporee e visibili. Agostino chiama questa materia « informe », ancorandosi certamente alla tradizione neoplatonica, che affonda le proprie radici nel Timeo e che si esprime soprattutto in Plotino. Tuttavia, come sottolinea a più riprese Moro, nel pensiero di Agostino l’informità della materia assume un significato totalmente diverso da quello rivestito nella tradizione platonica. Come emerge con chiarezza già in questi primi scritti, tale informità non è intesa come mera mancanza di essere, né come condizione della malignità della materia, bensì, positivamente, come capacità di ricevere le forme e di esercitare un preciso ruolo cosmologico, all’interno del dinamismo della creazione voluto da Dio stesso. Dall’analisi di questi primi testi emergono quindi già diversi elementi che verranno sviluppati successivamente, sebbene Agostino non sembri aver chiarito in maniera definitiva se la materia informe sia o meno principio anche delle nature incorporee. […]

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