Noinotizie
L’inedito politico-costituzionale del contratto di governo

Angelo Lucarella è avvocato pugliese della provincia ionica, cittadino di una delle più belle città del meridione d’Italia nonché Capitale della Valle d’Itria: Martina Franca (Ta).
Appassionato di storia politica ed innamorato studioso della Costituzione italiana.
Già autore di altre pubblicazioni legate a questioni d’interesse costituzionale avendo passato diversi anni (quale cultore della materia) in seno alla cattedra di Diritto Costituzionale presso la facoltà di Giurisprudenza – dipartimento ionico – Università degli studi di Bari.
“Si tratta di un lavoro di approfondimento prettamente giuridico”, precisa l’Avv. Lucarella, “benché la vicenda esaminata sia parte essenziale di un dibattito ed uno scenario politico tra i più complessi e delicati dell’epoca Repubblicana”.
Il fulcro dell’opera è certamente la ricerca di un senso costituzionalmente valido o quantomeno costituzionalmente funzionale del “Contratto di Governo” pur tenendo presente che, trattandosi di un vero e proprio inedito, esso espone le forze contraenti (Lega e M5S) a fare i conti con la propria genesi.
Spiega l’Avv. Lucarella “l’incidente che può crearsi sta nel fatto che potenzialmente (ma anche fattivamente) i parlamentari delle rispettive compagini politiche contraenti siano letteralmente costretti, in virtù di quanto sottoscritto da Matteo Salvini e Luigi Di Maio, a limitare la loro indipendenza e la insindacabilità così da auto-privarsi di quella piena ed inderogabile libertà politico-decisionale; libertà necessaria a rendere quanto più genuino il mandato con gli elettori.
Già Aldo Moro affermava che la vera libertà si vive faticosamente tra continue insidie.
Credo che a tutti noi, studiosi e non, spetti fare il possibile (ognuno per le proprie possibilità o competenze) al fine di evitare che una insidia, ad esempio come quella rappresentata dall’approssimazione dei tempi, possa davvero insinuarsi nel senso comune diventando una costante e crescente arma di legittimazione nelle mani improvvide di una classe dirigente di dubbia diligenza politica.

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