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Ebrei e ugonotti: alle origini dell’idea di libertà e tolleranza

Conversioni forzate, abiura, esilio e persecuzione. A partire dal 1685, con Luigi XIV e la revoca dell’Editto di Nantes, i protestanti francesi (ugonotti) conosceranno lo stesso destino degli ebrei di Sefarad e d’Europa. Un interessante saggio raccoglie analisi e spunti di riflessione su questo parallelismo.

Amsterdam, inizi Settecento. In visita nella città olandese non c’è viaggiatore inglese, francese, italiano che non resti profondamente colpito dalla grandeur ebraico-sefardita della città. Le cronache e i resoconti riportano la trascrizione delle “eccellenze degli ebrei”, la loro fedeltà allo Stato, la perizia economica, l’obbedienza alle autorità. Giunti da Spagna e Portogallo, ebrei, marrani o nuevos cristianos giudaizzanti condividono commerci, fondaci, porti, strade e canali con calvinisti, protestanti, ugonotti. Soprattutto con questi ultimi – fuggiaschi dalle persecuzioni di Luigi XIV in Francia -, gli ebrei sembrano avere in comune un destino parallelo. Nuovi cristiani gli uni, nuovi cattolici, gli altri, come accade dopo l’abiura a ebrei e ugonotti. Un destino di incertezza e paura, la spada di Damocle della duplice appartenenza sulla testa e il sospetto di doppiezza per entrambi. [...]

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