Libertà
Recensione

Il taglio è quello agile e vivace del pamphlet, ma le considerazioni che Carlo Maria Grillo ha affidato alle pagine del libro “Riflessioni anodine su vendetta… e dintorni”, Aracne editrice, risultano scorrevoli, eppure dense e ricche di riferimenti che, abbracciando storia, letteratura, arte, musica e cinema, conducono al cuore di un tema quanto mai attuale (nonostante le radici affondino nella notte dei tempi), mentre si dibatte di questioni come la legittima difesa e, più in generale, dei problemi della giustizia. Argomenti che puntualmente sono emersi anche nel corso dell’incontro sul volume nel salone d’onore di Palazzo Anguissola in via Giordani, sede dell’associazione Piacenza arte organizzatrice dell’iniziativa, con il patrocinio del Comune di Piacenza e il sostegno di Unicredit, rappresentato da Carla Mainoldi, responsabile relazioni esterne. A introdurre la conversazione sul libro, che ha avuto per protagonisti l’autore e lo psichiatra Alessandro Meluzzi, consulente anche in processi dalla vasta eco mediatica, nonché ospite di popolari trasmissioni televisive, è stata la presidente di Piacenza arte, Carla Romana Raineri, collega dello stesso Grillo, il quale nella sua carriera ha ricoperto tutti i ruoli nella magistratura ordinaria e tributaria. Irpino di origine e lombardo d’adozione, Grillo è stato procuratore della Repubblica, poi presidente del tribunale di Cremona, quindi per dodici anni in Cassazione, passando successivamente alla presidenza della corte di appello di Trento. Adesso presiede la commissione tributaria di Roma. Non è comunque unicamente dalla lunga esperienza professionale che l’alto magistrato ha ricavato la spinta a mettere nero su bianco una serie di argomentazioni. Nella premessa ricorda infatti una dolorosa vicenda personale, la morte del padre avvenuta quando l’autore aveva appena ventitré anni, quale inizio di un rovello mai spentosi riguardo la giustizia divina e, in definitiva, la materia affrontata nel volume, la cui seconda edizione ampliata è accompagnata da una nuova prefazione del giornalista Vittorio Feltri. Grillo ha osservato come “la vendetta connoti quotidianamente il nostro vivere”, a diversi livelli, appartenendo alla “famiglia delle reazioni”, soprattutto “non liquidabile con un pregiudizio buonista”. Da qui il desiderio di studiare il fenomeno a 360°, fino a prendere in esame gli ordinamenti giuridici moderni, dove “non è più il singolo a decidere se e come vendicarsi del torto o dell’offesa subiti”, in quanto “la funzione di rendere giustizia è sottratta ai privati, essendo prerogativa esclusiva dello Stato”, senza dimenticare però che, per esempio, soltanto nel 1981 è stato abrogato l’articolo del codice penale sul delitto d’onore. “Lo spirito del libro - ha sottolineato Grillo - non è comunque dimostrare una tesi, ma offrire spunti di approfondimento”. Tra le dicotomie analizzate, quella tra legalità (“conformità di condotta a una legge”) e giustizia, ossia tra diritto positivo e diritto naturale, su cui si è soffermato Meluzzi, denunciando la “divaricazione in atto tra il diritto positivo e l’idea perequativa di giustizia insita in noi, alla quale inizialmente il diritto positivo si è ispirato. La legalità - ha sostenuto - sta alla giustizia come la medicina alla salute. Auspicare per una società più legalità è come augurare a una persona: “Tanta medicina”, invece di “Tanta salute”. Dovremmo al contrario volere “Tanta giustizia”, in difesa dei principi fondamentali dell’individuo”.

Link al sito
Informativa      Aracneeditrice.it si avvale di cookie, anche di terze parti, per offrirti il migliore servizio possibile. Cliccando 'Accetto' o continuando la navigazione ne acconsenti l'utilizzo. Per saperne di più
Accetto