Bottega Editoriale
Atenei come ditte, con criteri necessari per la soddisfazione di ogni studente

Competitività europea, gestione più proficua delle risorse economiche, modernizzazione.Questi e molti altri obiettivi accomunano ogni realtà economica e produttiva ideale, tra cui figura anche l'università, primaria sede di cultura, formazione umana e specializzazione professionale.Il primo indice di successo di un ateneo, che potrebbe venire in mente all'"uomo comune", è l'esito occupazionale dei laureati dopo il conseguimento del titolo. A fornire delle risposte in proposito ci ha recentemente pensato Almalaurea, la banca dati alla quale aderiscono sessanta atenei, con il dodicesimo rapporto sulla condizione occupazionale riguardante il destino di 210.000 laureati del 2008. Il risultato è un sensibile aumento del tasso di disoccupazione rispetto al 2007. Per le lauree di primo livello, è passato dal 16,5 al 21,9%. Per le specialistiche (3+2) sale dal 13,9 al 20,8. Per le specialistiche a ciclo unico, (medici, architetti, veterinari) dall'8,9 al 15%. A un anno dal conseguimento della laurea, il tasso di occupazione tra i laureati di primo livello è pari al 62%, per quelli di secondo livello, al 45,5%.Esiti prevedibilmente sconfortanti, considerando l'attuale situazione economica, ma insufficienti, in realtà, a fotografare correttamente il funzionamento delle università italiane.Antonietta Baiano e Gilda Carlucci con Valutazione della didattica universitaria (Aracne editrice, pp. 408, € 29,00), ci forniscono uno strumento per giudicare, attraverso criteri specifici, i sistemi di gestione di ogni singolo ateneo. Le due autrici, entrambe laureate in Scienze e tecnologie alimentari si occupano di Gestione della qualità e conformità alla norma Iso 9001, che rappresenta lo standard tradizionalmente accettato per la creazione di un sistema di gestione orientato al raggiungimento di obiettivi della qualità.Con questo testo illustrano l'implementazione dei requisiti di tale norma nei corsi di laurea, fornendo indicazioni sulla redazione dei manuali di qualità, ponendo attenzione agli strumenti di monitoraggio degli studenti e degli altri stakeholders coinvolti, come la somministrazione di questionari.Uno sguardo al panorama legislativo in tema di universitàNumerose sono state le riforme universitarie promosse dai vari governi succedutisi in Italia. Indubbiamente "epocale" potrebbe definirsi il decreto ministeriale 509/99, Regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei.Tra le principali novità da esso introdotte è opportuno segnalare la cosiddetta "autonomia", ovvero la facoltà per gli atenei di disciplinare gli ordinamenti didattici dei propri corsi di studio nel regolamento didattico di ciascun ateneo. Grazie a questa innovazione, ogni ordinamento didattico determinava le denominazioni e gli obiettivi formativi dei corsi di studio con le relative classi di appartenenza, il quadro generale delle attività formative da inserire nei curricula, i crediti di ogni attività formativa con riferimento ai settori scientifico-disciplinari e le caratteristiche della prova finale per il conseguimento del titolo di studio. Con questo decreto cambiava anche l'articolazione dei titoli di studio distinti in laurea, laurea specialistica, diploma di specializzazione e dottorato di ricerca, per il conseguimento dei quali era stabilito il sistema dei crediti universitari.Un'ulteriore riforma arriva con il Decreto ministeriale 270/2004. Gli obiettivi prefissi sono l'incremento del tasso annuo dei laureati, la riduzione degli abbandoni e della durata degli studi, la mobilità degli studenti e l'internazionalizzazione degli atenei, il consolidamento del sistema di studi articolato su due livelli di laurea al fine di una convergenza verso il modello europeo. A partire da qui si affermano le seguenti qualifiche: dottore dopo il conseguimento della laurea, dottore magistrale dopo il conseguimento della laurea specialistica e dottore di ricerca dopo il conseguimento del dottorato di ricerca. Attualmente, inoltre, sono previste 43 classi per le lauree e 94 classi per le lauree magistrali.Come valutare la qualità della didattica universitariaMetabolizzati tutti questi importanti cambiamenti verificatisi nell'università, si pone il problema di un'efficace determinazione della qualità da raggiungere. Di questo si occupa anche la Crui, l'associazione delle università italiane statali e non statali, che a tal fine intraprende iniziative per promuovere il diritto allo studio, la mobilità degli studenti, la pratica degli stage, lo sviluppo delle Ict (Information and communication technology) e il rafforzamento dei legami con il territorio. Questi obiettivi hanno trovato un valido strumento in Campusone, un «progetto sperimentale di durata triennale (triennio accademico 2001/2004) rivolto in modo specifico ai nuovi corsi di laurea per sostenere e diffondere l'innovazione tecnologica e formativa conseguente alla riforma didattica universitaria». Analoghe iniziative sono state intraprese dal Cnsvu (Comitato

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