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Lunedì 8 novembre si è svolta a Roma, nella Sala delle Colonne di Palazzo Marini (Camera dei Deputati), la presentazione della rivista "Giustizia insieme", con un'iniziativa sul tema della riforma della giustizia, promossa dal direttore del quadrimestrale Marco Iezzi e dall'organo di Movimento per la Giustizia. Hanno introdotto il convegno, Ernesto Aghina, presidente di sezione del tribunale di Napoli e Alfonso Amatucci, consigliere della Corte di cassazione, che hanno rappresentato, insieme al presidente di cassazione, Ernesto Lupo, la voce della magistratura nel momento delicato di una riforma, caldeggiata dall'attuale Governo, ma che ha subito finora molti rallentamenti. In particolare, si è sottolineato come vi sia una forte necessità di una riorganizzazione e rinnovamento nell'ambito giudiziario, visto che al momento, l'Italia versa in uno stato arcaico e annoso per quanto riguarda le cause civili e penali. Per questo è stato creato il Movimento per la Giustizia, che continua la sua attività perseguendo scopi di confronto tra i vari comparti del potere giudiziario, per giungere insieme e coralmente ad un miglioramento o semplificazione dei processi e delle cause legali.Ma, come ha affermato Giuseppe Lepore, segretario dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura italiana, il progresso della giustizia italiana è fortemente ritardato dai recenti tagli alla giustizia, compiuti dal Governo corrente e perciò penalizzato rispetto agli altri paesi europei, come Francia o Germania, dove l'informatizzazione applicata alle mansioni legali, è molto più sviluppata ed efficiente. A rappresentare la voce della maggioranza politica e dell'opposizione, sono intervenuti Roberto Centaro, vice presidente dalla Commissione Giustizia del Senato e Luigi Zanda, vice presidente dei Senatori del Partito Democratico. Entrambi unanimi nell'evidenziare come i tagli non giovino di certo alla realtà economica né del Paese né della Giustizia, il rappresentante della maggioranza ha però caldeggiato una riforma giudiziaria da realizzare in modo compatto e globale tra tutte le classi politiche, senza intoppi o rallentamenti, magari concentrando l'attenzione su un mutamento del civile e penale, che appartengono ancora oggi ad un momento storico dell'Italia desueto e rurale.Il vicepresidente dei Senatori del Pd, ha invece ricordato la crisi italiana e menzionando le recenti diatribe sulla riforma della Giustizia, ha affermato che la proposta di legge non è pertinente alla giustizia stessa, ma appartiene ad altre esigenze che esulano dalle faccende giudiziarie. Inoltre, ha menzionato il Premier inglese David Cameron, il quale ha effettuato dei tagli sul sistema economico inglese, salvaguardando però due settori fondamentali: la scuola e la giustizia. Dopo un dibattito tra le parti, che ha toccato argomenti come l'idoneità e la competenza dei magistrati italiani, la volontà di semplificare e depenalizzare alcuni reati, si è giunti alla conclusione, un po'amara a dire il vero, ossia che molto tempo dovrà trascorrere prima di trovare la via del rinnovamento giudiziario, perché l'Italia sta attraversando una fase delicata della propria ancora breve vita politica, ma certamente il Movimento per la Giustizia, con estrema fedeltà alla Costituzione, cercherà sempre la via del dialogo e della collaborazione, anche da parte di chi magistrato non è ma è attento alle esigenze del cittadino.
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