Bottega Scriptamanent
Il significato della vita tra i versi di Leopardi e l’antica saggezza degli ideali latini

«Che stupido era stato! Come aveva fatto a non capirlo subito? Quantomeno a non accorgersi che nella catena seducente degli indizi un anello, un maledetto anello, non teneva! Aveva trovato ciò che cercava, non ciò che esisteva. E per un po’ quel desiderato fantasma aveva acquisito un’esistenza tanto concreta nella sua immaginazione da renderlo cieco di fronte alla realtà. Ma adesso era tornato a vedere».Sette brevi racconti che ci trasportano in luoghi diversi e insoliti, ci narrano storie altrettanto diverse, con personaggi differenti tra loro, anche sul piano storico; racconti apparentemente non legati l’uno all’altro, ma che in realtà sono annodati saldamente tra loro da un anello invisibile.L’autore, Paolo Mazzocchini, docente di Lettere, studioso di Letteratura classica e italiana, noto per i suoi contributi specialistici presso la casa editrice Aracne nella miscellanea Noctes vigilare serenas, è autore di libri scolastici e di pungenti pamphlet in cui denuncia i problemi dell’istruzione superiore, come ad esempio La scuola del p(l)of e Studenti nel paese dei balocchi (Aracne). Ha un proprio blog, Zibaldone, visitabile all’indirizzo www.paolomazzocchini.wordpress.com. Nella sua opera L’anello che non tiene: e altri racconti (Aracne editrice, pp. 96, € 8,00) trasmette con eleganza il suo sapere, che filtra da ogni riga del suo narrare.

Racconti che invitano alla riflessione
Nel primo racconto appare Giuliano, docente che decide di dare una svolta alla sua routine scolastica abbandonando l’insegnamento per svolgere l’attività di papirologo; collaborerà con una giovane ricercatrice su un frammento papiraceo di difficile interpretazione. Brano molto intenso in cui si racchiude tutta la tragicità umana, sia nel suo rapporto con l’amore (Giuliano ha quarant’anni ma ama sentirsi libero da legami familiari) sia nel suo relazionarsi con la curiositas umana, che vede ciò che cerca ma che in realtà non esiste.Il secondo racconto presenta la figura di un prete, “il predicatore”, che affronta tematiche diverse, legate alla società, al culto e alla verità dei sentimenti, e in cui emerge la forza del perdono e la riflessione sul giudizio che ognuno di noi gratuitamente offre all’altro. Un invito a non giudicare gli uomini ma a «vedere le anime nude degli uomini piagate, malate, ridicole e pietose nel contempo; tanto deboli e amabili», ponendole sullo stesso piano, perché fondamentalmente siamo uguali.Nel breve florilegio spunta anche Giacomo, insegnante, che negli occhi della piccola Silvana rivede la sua amata Silvia. Con sottile eleganza, l’autore richiama il grande letterato Giacomo Leopardi, riproponendo la sua poesia A Silvia in chiave più moderna.Nel corpus è presente anche un racconto dedicato alla metempsicosi, la trasmigrazione dell’anima da un corpo ad un altro, in cui riecheggiano gli antichi saperi della filosofia greca e, in particolare, di Pitagora.

«Storia maestra di vita»
I personaggi si confrontano tra loro inseriti in situazioni diverse, seguono un iter di crescita che, alla fine, li porterà a vedere le azioni erronee compiute. Il lettore, immerso nel vivo della narrazione, sbaglia, cresce e matura insieme ai personaggi; ogni racconto pone riflessioni sul senso della vita.Racconti con una forte matrice esistenzialista, dunque, che racchiudono tematiche profonde e interessanti considerazioni. Invitano a fare propri gli insegnamenti e i propositi che emergono nelle diverse vicende, prendendo come modello di riferimento la celebre locuzione latina tratta dall’opera De oratore di Cicerone «Historia magistra vitae», in questo caso prendendo gli insegnamenti non dalla Storia in senso generico, ma propriamente dalle storie dei personaggi conosciuti nella raccolta.

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