
Raffaele Mone
Senza restare
Non è facile trovare raccolte di testi poetici scritti da un avvocato, giurista, da una persona, cioè, che si occupa abitualmente di argomenti legali, di leggi, di regolamenti, di controversie in generale. Michele Nappa riesce perfettamente ad essere “uomo di legge” e poeta o, meglio, scrittore di versi, come lui stesso tiene a precisare, avvantaggiato, aggiungo, dall’essere stato anche docente. Le poesie di Senza restare rivelano una particolare attenzione alle vicende umane, alla vita vissuta, ai problemi, spesso irrisolti, che affliggono la nostra vita quotidiana: poesie che esprimono pensieri, che trasmettono messaggi esistenziali, “poesie pensanti” dense di espressionianalogiche e simboliche. “Legge” e “Stato”, temi specifici propri dell’attività professionale dell'Autore ricorrono in diverse liriche che hanno richiamato la mia attenzione per il loro particolare contenuto di attualità e per il notevolesignificato culturale, sociale e politico.
La legge:
“La legge è uguale per tutti i morti”, Lirica-A colpi di lupara
“E la legge tollera il sorpruso”, Lirica-Muro dell 'omertà
“Scruta invano nel tunnel la legge” Lirica-Lupara bianca
“Chi può contro legge usa”, Lirica-Ai ricchi di niente
“Vano delle leggi è il castigo”, Lirica-Fiumi rossi
Lo Stato:
“Riprende la Repubblica ferita”, Lirica-Sedici Marzo
“Lo Stato impotente...”, Lirica-Dopo via Caetani
Notiamo la particolare capacità dell'Autore di esprimere, in modo originale, con stile essenziale, con intensapartecipazione emotiva, il dolore, il tormento, ma, anche la speranza, in un contesto in cui, nonostante norme e istituzioni, spesso predomina l’ingiustizia e l’impotenza.
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