La Nazione
Quadri di donne di quadri

Quadri di donne di quadri è lo specchio nel quale Cinzia della Ciana si è rivelata scrittrice prima di tutto a se stessa perché si è vista rimandare la sua immagine in tredici figure diverse, come se lo specchio fosse stato rotto in tredici pezzi che offrivano altrettante figure che Cinzia è stata, forse in un’altra vita, figure che avrebbe potuto essere e figure che ha corso il rischio di essere, che ha temuto di essere. I racconti sono tredici, come le carte da poker, il gioco dove l’azzardo è singolarmente corretto e pilotato dal sangue freddo, dall’intelligenza e dalla volontà. Tredici che diventano quattordici con il Vestibolo, ovvero le istruzioni per l’uso: l’autoprefazione, non a caso illustrata con la figura del jolly, sulla scorta di una massima di Schopenhauer opportunamente buttata là: “Il destino mescola le carte e noi giochiamo”.Questa è a mio avviso la chiave di lettura dei tredici ritratti di donna: nessuno scrive unicamente per sé, afferma l’Autrice nel ”Vestibolo” e men che meno questo vale per lei, che scrive per buttare in faccia al lettore (e naturalmente anche alla lettrice, collega-donna) la sua vita interiore profonda, i pensieri intimi e sentimenti selvaggi e per sentirsi libera di muoversi. Cinzia scrive -e lo confessa candidamente- per scoprire le sue orme e per lasciare a sua volta la sua impronta per farsi trovare. Per far trovare, mi viene da aggiungere, tutte le tessere che compongono la sua personalità di donna che sognava di essere qualcosa ed è diventata invece altro per un atto di volontà o forse perché dal mazzo scozzato dal destino non è uscita la carta che avrebbe desiderato.Quadri di donne di quadri non è un romanzo, ma non è neppure un canzoniere e neppure un raccolta di racconti: è una quadreria composta di tredici ritratti dove un soggetto è abilmente camuffato con mutamenti di colore, di luce, di pose, di sfondi. Abilmente camuffato, per rimanere nella metafora musicale che è pienamente congeniale all’Autrice, per moto retto, retrogrado, per augmentationem o per diminutionem. “Donne, donne eterni dei”, si canta nella storia di una donna speciale, una vedova e allegra naturalmente; “Donna, mistero senza fine, bello”, grida un innamorato delle donne, Guido Gozzano: questo libro di Cinzia Della Ciana porta al mosaico del mistero-donna una tessera fascinosa, buona soprattutto per i lettori maschi che, ma non se ne ricordano, hanno oppresso, compresso e seviziato le donne per millenni.

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