
AdnKronos
“Governare il rischio”, un modello di security risk management. Un saggio di Umberto Saccone pubblicato da Aracne
Che cos’è il rischio? Come si è evoluta la sua percezione nel corso dei secoli? E' possibile sviluppare un’efficace sistema di gestione del rischio in grado di aiutare le aziende private, ma anche le istituzioni pubbliche, a prevenire e gestire i rischi? È questo l’obiettivo della ricerca che Umberto Saccone ha realizzato in un fondato saggio di 488 pagine dal titolo 'Governare il rischio: un modello di security risk management', pubblicato dalla casa editrice Aracne. Nel volume l’autore, Senior Vice President Security di Eni, traccia l’evoluzione del concetto di rischio evidenziando l’importanza dell’analisi e della gestione del rischio all’interno delle aziende e delle organizzazioni.
Il rischio — si legge in un'analisi del volume pubblicata su www.sicurezzanazionale.gov.it, il sito del Comparto Intelligence — “è divenuto un concetto centrale nelle società contemporanee nelle quali vulnerabilità e fattori di rischio si sono moltiplicati ed interconnessi. È in tal senso fondamentale, non solo per le imprese ma anche per i Paesi, costruire degli efficaci sistemi di controllo e di gestione che permettano, da un lato, di minimizzare perdite o danni, dall’altro di cogliere opportunità”.
Un’esigenza, questa, “'che tocca in particolare le aziende le quali, proprio per il contesto economico creato dalla globalizzazione, devono operare intensamente all’estero prive però delle reti di protezione tipicamente offerte dallo Stato all’interno dei confini”.
Nell’attuale contesto, politico ed economico, nazionale ed internazionale, caratterizzato da una molteplicità di fattori di rischio, diventa quindi imprescindibile per un’organizzazione complessa il dotarsi di un adeguato processo di risk management. Uno strumento, cioè, che permetta di individuare, analizzare, prevenire e gestire i rischi connessi all’attività dell’organizzazione, siano essi economici, finanziari, commerciali, politici, strategici, operativi.
Marco Minniti, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, nella prefazione al volume evidenzia che negli attuali “scenari globali caratterizzati da rischi multiformi, l’accresciuta volatilità strategica e la sempre maggiore complessità dei modelli decisionali delle organizzazione, richiedono uno ‘sguardo lungo’ da parte delle classi dirigenti del nostro Paese, ossia la capacità di guardare oltre il contingente a tutela dell’interesse nazionale e dei settori strategici del settore privato e pubblico dell’economia nazionale”.
Perciò “la gestione delle questioni geo-politiche planetarie necessita pertanto di una straordinaria capacità predittiva, a livello sia macro che micro, da parte delle organizzazioni statali e degli apparati di sicurezza, pubblici e privati, al fine di assicurare, anche in presenza di eventi imprevisti e catastrofi eccezionali, la necessaria e immediata continuità della vita delle organizzazioni e delle attività economiche e produttive”.
In tal senso la collaborazione tra istituzioni ed aziende, secondo la formula della partnership pubblico-privata, attraverso forum, comitati, tavoli permanenti, protocolli operativi, risulta auspicabile: “in questa sfida enorme -rimarca il sottosegretario con delega all'Intelligence- la capacità di raccolta, analisi e interpretazione delle informazioni provenienti dalle imprese nazionali operanti all’estero e in Italia, non può che rappresentare un vantaggio competitivo anche per il sistema nazionale di intelligence”.
Link al sito