Bottega Scriptamanent

La società attuale è arrivata ad una complessità forse mai avuta nella storia dell'umanità; tale complessità, con il passare del tempo, diviene sempre più fitta e le trame di una tela che, a volte, si delineano e determinano da sole, senza la volontà stessa dell'uomo, rischiano di intrappolare l'uomo stesso in una rete dalla quale difficilmente si riuscirà ad uscire.In questo contesto, uno dei mezzi che ha il potere di determinare come devono essere le maglie di questa rete è sicuramente quello televisivo. Molti pensatori hanno riflettuto su questo prodotto tecnologico, alcuni con un atteggiamento positivo, altri con una vena di pessimismo, sottolineandone i pericoli e le cattive abitudini che può generare.Un altro contributo a proposito di questo tema arriva da un saggio di Annunziato Gentiluomo dal titolo La qualità televisiva. Definizioni sociali e prospettive di analisi, pubblicato dalla casa editrice Aracne (pp. 272, € 19,00), il quale ci fa riflettere ancora una volta su questo tema. L'autore delinea già da subito le scelte che lo hanno portato a pubblicare questo volume. Perché parlare di qualità televisivaVi sono tre principali motivi per cui questo argomento, oggi, può venire a galla e deve essere oggetto di attenzione e di analisi. In primo luogo perché «la televisione in Italia è la più utilizzata fonte di consumo culturale, forse l'unica, di una maggioranza di popolazione poco istruita», per cui coloro che fanno televisione, nei diversi settori, dovrebbero in qualche modo considerare non solo l'aspetto del profitto economico, ma anche e, soprattutto, l'aspetto sociale legato alla qualità che i programmi televisivi offrono.In secondo luogo perché un dibattito c'è stato e ha posto in luce soprattutto una riflessione sulle dinamiche competitive tra Rai e Mediaset, e sul potere decisionale che la pubblicità ha in questo settore.In terzo luogo perché oggi, nel passaggio che sta avvenendo verso il digitale terrestre, molti studiosi e pensatori hanno ripreso nuovamente a riflettere sul tema della qualità televisiva, per cui il dibattito si è nuovamente aperto in Italia e merita di essere preso in seria considerazione.Nonostante abbondino le teorie, i testi che si possono reperire sull'argomento, se si attinge ai pensatori contemporanei, non sono poi tanti, per cui il volume pubblicato da Aracne diviene uno strumento importante per chi è interessato ad affrontare questo particolare tema. Il contestoSi traccia, nell'opera, l'humus culturale italiano nel quale il mezzo televisivo è inserito e si delineano quelle che sono le televisioni in chiaro.Riguardo all'aspetto culturale è abbastanza significativa l'analisi che viene fatta per far capire come, negli anni passati, una volta raggiunta un'ampia diffusione di massa, la televisione abbia aiutato ad accrescere il livello linguistico degli italiani; questo, infatti, ha contribuito alla conoscenza della lingua italiana, favorendone il processo di unificazione.Anche la vita sociale viene fortemente influenzata: dapprima la tv era guardata da una cerchia più allargata di persone, poiché non tutti la possedevano, per cui spesso ci si trovava insieme a parenti e conoscenti, poi, man mano che si diffuse, il cerchio iniziò a restringersi intorno alla sola famiglia, dove, oggi, ciascun componente «trascorre dalle tre alle quattro ore davanti alla tv». Queste famiglie stanno assistendo a un passo tecnologicamente più avanzato: quello della tecnologia lcd; non più dunque la classica "scatola", bensì lo schermo piatto. Altro aspetto è naturalmente quello del digitale terrestre e del satellitare. Tutto ciò avviene, come per tutti gli altri settori della scienza e della tecnologia, in modo, cioè, talmente vertiginoso da non accorgersene neppure.L'autore del libro fa, inoltre, una panoramica su ciò che succede a livello culturale ed economico anche negli altri paesi, messi a confronto con la nostra nazione, rivelando aspetti positivi e negativi dell'Italia rispetto a ciò che ruota intorno al mezzo televisivo. Un dibattito apertoDa sempre, intorno al mezzo televisivo, vi è stato un forte dibattito, portato avanti da personalità più svariate: pensatori, giornalisti e una molteplicità di utenti di varie professionalità e appartenenza.Ci si concentra su molteplici temi: «la limitata libertà di espressione; la sovra rappresentazione di una realtà "inesistente" costellata per lo più da episodi di cronaca nera; la strumentalizzazione del settore radiotelevisivo da parte della politica» e molti altri aspetti significativi e importanti per la vita sociale delle persone.Gentiluomo rende noti anche le manifestazioni e i dibattiti che hanno avuto luogo in riferimento ai temi più accesi della qualità televisiva, e il riscontro che questi hanno avuto nella società italiana.Riguardo all'aspetto inerente alla qualità televisiva, l'autore mette in evidenza tre termini, i quali sono i punti di riferimento per una più approfondita analisi; questi sono tre tipi di qua

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