Puro e semplice| Pure and simple
L’architettura del Neo Brutalismo | The Archtecture of New Brutalism

20,00 €
Area 08 – Ingegneria civile e Architettura
     
SINTESI
Prefazione di Franco Purini - Nel suo libro l’architettura del Neo Brutalismo, Anna Rita Emili, alla quale si deve già una pregevole monografia su Richard Buckminster Fuller, ha saputo sottrarsi a entrambi gli equivoci. L a sua ricostruzione di questo movimento, il quale a partire dall’Inghilterra, ha segnato in modo profondo la scena internazionale della seconda metà del Novecento, è accurata nell’ esporre delle idee che furono centrali nel movimento, esauriente sul piano documentario e criticamente convincente. La trattazione dell’argomento è originale nell’impostazione, priva dei tanti luoghi comuni che oggi costellano il lavoro di molti storici e critici, intrinsecamente pervasa da un forte senso progettuale. Tale ricostruzione non avvicina il Neo Brutalismo alla condizione attuale ma lo rende comprensibile nei suoi contenuti. Come l’autrice chiarisce, il nome Neo Brutalismo non significa un brutalismo nuovo rispetto ad uno precedente, il nome vuole indicare solo che esso è un nuovo movimento, fondato su ciò che è scabro, elementare, autentico, lasciato ad uno stadio di definizione tale da non compromettere la comprensione dei valori visivo-tattili e delle vocazioni costruttive dei materiali. Nato subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale il New Brutalism, come era già avvenuto dopo la grande guerra con il rappel à l’ordre, una reazione generalizzata agli eccessi delle avanguardie dell’inizio del Novecento, nel quale l’autoreferenzialità moderna, il suo radicalismo formalistico, largamente incomunicabile che ne derivava, si invertisse in un comportamento progettuale più consapevole e responsabile, in grado di farsi carico delle grandi questioni soprattutto sociali, che l’Inghilterra si trovava allora a fronteggiare. Le motivazioni che sono state alla base del Neo Brutalismo; la teoria che lo ha sostenuto; l’azione dei suoi principali ideatori, Alison e Peter Smithson; i modelli di riferimento lo stretto rapporto con artisti, scrittori, registi, Il ruolo svolto nella genesi del movimento da Peter Ryner Banham e Colin Rowen; la storia non come rassegna di esempi da imitare ma come storia di temi, come paradigma relativa alla intensità, alla logica e alla capacità innovativa della scrittura architettonica. Anna Rita Emili mette in evidenza con grande efficacia come il Neo Brutalismo abbia cercato di evitare sia il concettualismo, sia il populismo, inteso come l’esito di una pretesa capacità di interpretare direttamente le esigenze espresse dai ceti subalterni. La villa Imperiale di Kastsura a Kyoto, il Neo Brutalismo ha semplicemente cercato una possibile verità del costruire. Una verità relativa basata su una concezione topologica dell’ organismo architettonico; poi su una concezione della città come un sistema di spazi relazionali – i cluster – un sistema nel quale i conflitti sociali debbano essere concretamente ricomposti e non risolti in formule astratte, seppure attendibile e suggestive; sull’uso dei materiali e nell’estrema semplicità delle loro connessioni. In realtà quello che emerge dalle letture di Anna Rita Emili il Neo Brutalismo è un movimento troppo diversificato al suo interno, come tutti i movimenti, per essere considerato unitario e lineare è attraversato da una evidente e in fondo positiva ambiguità. Ciò equivale a dire che il Neo Brutalismo - un’ ennesima avanguardia del Novecento, malgrado le sue intenzioni ha realizzato sicuramente i propri obbiettivi, ma solo attraverso la parziale negazione dei suoi assunti iniziali. L’architettura del Neo Brutalismo è un libro che colma un consistente vuoto critico e storiografico. Esso permette di pensare ad alcuni nodi problematici che interessano oggi il dibattito disciplinare - il rapporto tra l’architettura e la società, il senso della tecnica, il ruolo dello spazio pubblico, la sostenibilità – inserendoli in una coinvolgente continuità con una vicenda cruciale del Novecento un passaggio fondamentale verso una cultura del progetto in cui l’architettura è,stata per così dire, vista da suo esterno.
pagine: 255
formato: 17,5 x 22,5
ISBN: 978-88-7890-888-8
data pubblicazione: Febbraio 2015
marchio editoriale: Edizioni Kappa
SINTESI
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