Europa liberale
Dagli stati membri al mercato globale

Area 12 – Scienze giuridiche

In Italia non si ha quasi nessuna fiducia in un sistema fondato sulla libera iniziativa e lo Stato continua a crescere inesorabilmente per dimensioni e competenze. Il motivo è dovuto a una tradizione che da un centinaio di anni si caratterizza per pan statalismo. Perché l’idea liberale diventi prevalente e vincente, dovrà conquistare il cuore delle persone che probabilmente ne verranno “conquistati”, in Italia, per necessità piuttosto che altro. Non ci vorrà troppo tempo, e non sarà né semplice né privo di difficoltà. Per smuovere tali posizioni innervate di una coltre, folta e dura, di interessi particolari, per rilanciare il sistema capitalista nell’ottica del bene di tutti, bisogna smontare e sostituire il “credo” errato. Come uscire allora dallo statalismo attuale per giungere a una società più libera? Innanzitutto il ruolo dello Stato si deve fare minimo, non molto più di quello che fa un’impresa di assicurazioni. Deve “assicurare” cioè una copertura, una rete sociale minima indispensabile – ordine pubblico, difesa, istruzione inferiore – affinché nessuno resti indietro in salute e nelle sue primarie necessità quali l’alimentazione e un’abitazione. Tutto il resto è bene sia affidato alla competizione tra privati nel libero mercato. Essere liberali oggi significa sapere essere conservatori quando si tratta di difendere libertà già acquisite, e radicali quando si tratta di conquistare spazi di libertà ancora negati. Reazionari per recuperare libertà che sono andate smarrite, rivoluzionari quando la conquista della libertà non lascia spazio ad altrettante alternative. E progressisti sempre, perché senza libertà non c’è progresso.

SINTESI

EVENTI