Thomas Hardy e l’antropologia dell’immaginario
Contributo a una storia magico–religiosa del Wessex

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Area 10 – Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
     
SINTESI
La tesi principale della presente monografia risiede nella convinzione che la riscrittura del mito diventi per l’«etnografo» Thomas Hardy strumento culturale di salvezza demandato a scongiurare la perdita catastrofica di tutta la fenomenologia rassicurante della persona, un agire per il quale il testo stesso diventa dispositivo narrativo in cui la pratica del racconto codifica il momento protettivo rispetto alla crisi della presenza storica. L’autore assume il ruolo implicito di emissario–mediatore per fare in modo che la sua scrittura magica intervenga ad arginare il caos insorgente nella feticizzazione dell’esserci. Un procedimento rituale di transcodifica, quello di Hardy, che dunque consegna modelli culturali stravaganti e apparentemente irrazionali di un sapere orale a un ordine vigente nel letterario, restaurando per il lettore la memoria di un tempo mitico minacciato da una nuova miseria antropologica dell’Io: la nostalgia del nulla.
pagine: 212
formato: 14 x 21
ISBN: 978-88-548-8508-0
data pubblicazione: Giugno 2015
marchio editoriale: Aracne
collana: I nuovi critici | 22
SINTESI
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