Ispi, primo think tank italiano di politica internazionale

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Area 14 – Scienze politiche e sociali
     
SINTESI
Nella storia dei primi anni di vita dell’Ispi, nato ufficialmente a Milano nel 1934, ciò che più colpisce è la compresenza di uomini e motivazioni di schietto sentire fascista, che sovraintesero alla costruzione di un apparato esplicitamente volto alla glorificazione della politica estera del regime, con una delle più alte concentrazioni di cuori e cervelli antifascisti immaginabile al di fuori del confino di Ventotene; uomini come Giovanni Mira, Luigi Salvatorelli, Ugo La Malfa, Enrico Bonomi, Filippo Sacchi, a cui è giusto aggiungere il benevolo patronage esercitato da Raffaele Mattioli. L’Istituto si svilupperà attorno a questa insolubile contraddizione: nella mente del direttore, Pierfranco Gaslini, l’Ispi avrebbe dovuto «educare» l’opinione pubblica alla politica estera del regime e più in generale alle relazioni internazionali, e al tempo stesso allevare una nuova generazione di funzionari e diplomatici all’altezza dei compiti di una «potenza» che aspirava a ruoli egemonici nei Balcani, nel Mediterraneo e nel Corno d’Africa. Il presente saggio dimostra l’irriducibile complessità della vicenda storica dell’Ispi, forzandoci ad analizzare l’Istituto da più punti di vista: dalla sua aspirazione nel diventare un think tank di politica internazionale all’adesione ai temi di politica estera dell’Italia fascista, da centro di ricerca e «palestra» per giovani studiosi di problematiche internazionali a casa editrice nel campo degli studi storici.
pagine: 72
formato: 17 x 24
ISBN: 978-88-548-6857-1
data pubblicazione: Gennaio 2014
marchio editoriale: Aracne
collana: Quaderni della Fondazione Luigi Salvatorelli - Marsciano | 15
SINTESI
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