Le regole di esclusione della prova nel processo penale

Area 12 – Scienze giuridiche

Questo studio vuole preliminarmente delineare le dovute differenziazioni tra le prescrizioni limitative che devono guidare il giudice nell’opera di ricostruzione del fatto sulla sussistenza del quale è tenuto a decidere, allo scopo di bandire le solo apparenti commistioni tra regole che presentano tratti distintivi soprattutto a livello operativo, stante la loro reale capacità di determinare i differenti effetti per i quali sono state poste, nonostante le teorizzazioni che spesso tendono ad assimilare, in modo particolare, le regole di valutazione a quelle di esclusione. Queste ultime, a ben vedere, comportano delle aprioristiche restrizioni alla libertà del giudicante, inibendo l’utilizzo e la valutazione, appunto, di determinati elementi caratterizzati da una scarsa valenza cognitiva o risultanti da violazioni di specifici divieti. È evidente, di conseguenza, che ogni indebito tentativo di eludere le opportune distinzioni possa risultare poco appagante. Passando per l’analisi del principio del libero convincimento, nel volume si analizzano le regole di valutazione e le regole di giudizio al fine di cogliere gli aspetti che le differenziano dalle regole di esclusione, che sono descritte nella loro fisionomia statica e dinamica. In tale direzione, l’attenzione è focalizzata sulla ratio, anche nella sua matrice storica, dei divieti probatori e della loro incidenza sul procedimento di raccolta e formazione del materiale cognitivo. Solo in tal modo, invero, è possibile delineare i tratti strutturali delle diverse fattispecie di esclusione probatoria, onde coglierne il condizionamento operativo nelle singole fasi, principali ed incidentali, del processo, senza trascurare la valenza che le stesse assumono nel tempo e nello spazio.

SINTESI