Gli spazi verdi dell’antica Pompei
Appendici a cura di Chiara Giordano
Area 10 – Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
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SINTESI
Nel momento stesso in cui, a partire dal 1750, i resti dell’antica Pompei, seppellita da una violenta eruzione del Vesuvio nel 79 d. C., tornarono alla luce, si delineò il rapporto tra vegetazione e rovine, ma solo poco più di un secolo dopo, quando si impose con Giuseppe Fiorelli lo scavo stratigrafico, ritornarono alla luce le superfici nella loro interezza e con esse i pavimenti, le strade e i giardini, dimostrando così che la città sepolta non era fatta di sole strade e edifici, ma anche di tantissimi spazi verdi sia pubblici che privati, di cui molti arredati: in particolare i quartieri periferici che si sviluppavano intorno all’Anfiteatro ne ospitavano un gran numero con diverse destinazioni d’uso. Solo a partire dagli anni ’70, però, con l’utilizzo di nuove tecniche di indagine, è stato possibile definire le specie che effettivamente vi si coltivavano, permettendo così ricostruzioni filologicamente più corrette. Gli orti e i giardini dell’antica Pompei costituiscono, dunque, un documento unico al mondo, perché testimoniano l’organizzazione del verde in una antica città romana, sebbene di provincia, di duemila anni fa.
pagine: | 680 |
formato: | 17 x 24 |
ISBN: | 978-88-548-4509-1 |
data pubblicazione: | Febbraio 2012 |
marchio editoriale: | Aracne |

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