L’uomo cambia la faccia del pianeta
Mezzo secolo dopo il simposio internazionale “Man’s Role in changing the face of the Earth”, Princeton, New Jersey (USA 1955)
A cura di Virginio Bettini, Chiara Rosnati
Corrado Battisti, Andrea Buondonno, Gian Franco Capra, Carmelo Dazzi, Almo Farina, Pippo Gianoni, Teresa Isenburg, Leonardo Marotta, Emilio Molinari, Massimo Morigi, Giorgio Nebbia, Leonard Ortolano, Stefano Picchio, Sandro Pignatti, Carlo Scoccianti, Sergio Vacca, Luciano Vettoretto
Corrado Battisti, Andrea Buondonno, Gian Franco Capra, Carmelo Dazzi, Almo Farina, Pippo Gianoni, Teresa Isenburg, Leonardo Marotta, Emilio Molinari, Massimo Morigi, Giorgio Nebbia, Leonard Ortolano, Stefano Picchio, Sandro Pignatti, Carlo Scoccianti, Sergio Vacca, Luciano Vettoretto
Area 08 – Ingegneria civile e Architettura
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SINTESI
La pubblicazione di “Man’s Role in Changing the Face of the Earth” da parte della University of Chicago Press nel 1956, a seguito del lavoro di coordinamento condotto dalla Wenner–Gren Foundation for Anthropological Research nel corso del Simposio svoltosi nel giugno del 1955 a Princeton, fu uno dei primi segnali lanciati dal mondo accademico in merito ai cambiamenti indotti dall’uomo sul pianeta Terra. Gli anni cinquanta furono un momento cruciale nella comprensione dell’uomo come agente di trasformazione della superficie terrestre: la terra era entrata nella nuova era geologica dell’Antropocene, neologismo proposto dal premio Nobel olandese per la chimica (1995), Paul Crutzen per descrivere l’impatto crescente dell’umanità sulla biosfera. Dopo aver modificato negli ultimi cinquant’anni, come mai prima d’ora, la macchina climatica ed aver deteriorato l’equilibrio della biosfera, la specie umana è divenuta “una forza geofisica planetaria” ed ora l’uomo si trova in quella che potremmo definire la seconda fase dell’Antropocene (1954-2015), avendo imposto una grande accelerazione sulla natura ed avendo intaccato il 60% dei servizi forniti dagli ecosistemi terrestri. Man’s Role fu la prima denuncia ragionata di questa situazione, i cui segnali furono raccolti in Italia da Lucio Gambi, Giorgio Nebbia e Sandro Pignatti. Nebbia e Pignatti hanno contribuito a questa riflessione su Man’s Role dopo mezzo secolo, con geografi, urbanisti, geologi e cultori delle scienze ambientali. A Lucio Gambi, un grande maestro, mancato nel settembre 2006, abbiamo voluto dedicare questo nostro lavoro.
pagine: | 252 |
formato: | 17 x 24 |
ISBN: | 978-88-548-2210-8 |
data pubblicazione: | Dicembre 2008 |
marchio editoriale: | Aracne |

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INDICE
