L'estetica del gusto nel Settecento inglese
Area 11 – Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
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SINTESI
L’estetica del gusto nel Settecento inglese apparve per la prima volta nel 1962. La ragione per cui si è ritenuto di ripubblicarlo a distanza di tanto tempo è che esso fornisce ancora preziose indicazioni allo studioso odierno di estetica e di filosofia delle arti. In particolare, il libro non solo ricostruisce, con ricchezza di analisi, le discussioni sviluppatesi in Inghilterra tra Shaftesbury e Alison intorno a una categoria centrale della cultura moderna, quale fu quella del gusto, ma ne discute efficacemente la costitutiva paradossalità, sempre oscillante tra la particolarità e l’universalità del giudizio, tra contingenza e necessità. In tutto questo si intravvedono le basi di una epistemologia della soggettività umana, che sarà uno dei motivi principali della riflessione estetica, non solo inglese, della seconda metà del ’700, e che conoscerà, sul finire del secolo, un importante assestamento filosofico nella Critica della facoltà di giudizio di Kant. Il libro mostra infatti molto bene come il problema del gusto, quale si sviluppa soprattutto negli ambienti empiristi, che riprendono da Shaftesbury, sviluppandolo, il lato sensibile–sentimentale di esso, più che quello platonizzante, coincida in larga misura con il problema della fondazione del giudizio in genere in quel vasto territorio, non protetto e non garantito dalla ragione logico–discorsiva, che John Locke, antico maestro di Shaftesbury, aveva chiamato il “crepuscolo della probabilità”.
pagine: | 208 |
formato: | 14 x 21 |
ISBN: | 978-88-255-2066-8 |
data pubblicazione: | Gennaio 2019 |
marchio editoriale: | Aracne |
collana: | Il Bosco Sacro | 3 |

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