
Il Saggiatore
Nobel Negati
Il Premio Nobel è stato surclassato, sotto il profilo finanziario, dalla Templeton Foundation, e soprattutto dal Fundamental Physics Prize di Yurii Milner. Ma ha conservato il prestigio e il glamour internazionale, che lo ha sempre accompagnato. Di qui le polemiche immancabili all’epoca delle assegnazioni, e anche dopo. Per ogni ricerca storica, oggi è disponibile in rete un Nomination Data base, esteso al 1956, con gli elenchi dei nominators e dei nominees. Per scavi più approfonditi, i documenti delle commissioni valutatrici possono essere resi disponibili dopo che siano passati 50 anni dall’evento da esaminare, con una opportuna procedura. (Si veda il sito Nobelprize.org/nomination/archive). Una prima incursione negli archivi risale al 1987, a opera di John Heilbron, subito seguito da diversi storici della scienza professionisti. Molte stranezze nelle designazioni dei vincitori sono sempre state visibili agli esperti dei vari rami, a occhio nudo, per così dire. Di qui la lunga lista dei “Nobel negati”, del libro di Ettore Gadioli, che non è uno storico, ma un fisico con una predilezione per il settore nucleare. Si parte dal Nobel assegnato a Rutherford per la chimica delle sostanze radioattive, invece che per la fisica del nucleo atomico. Gli esperti votanti, ispirati dal chimico Alfred Nobel, hanno inoltre premiato Einstein per l’effetto fotoelettrico, e non per la relatività. La potente corporazione dei chimici, forte dei suoi legami con il mondo militarindustriale, influenzava fortemente le nominations. E non aveva nessun interesse per piccole correzioni alla teoria di Newton, conquistate a prezzo di ardua matematica. Di qui le penalizzazioni di Sommerfeld e di Eddington, il valorizzatore della relatività generale. Come pure del meteorologo di Petrograd-Leningrad Alexander Fridmann, profondo relativista nel tempo libero, nonché maestro di Gamow, che fece poi scoppiare il big-bang anche in occidente. Nell’URSS di una volta, la vita di Bruno Maksimovich Pontekorvo non fu tutta rose e fiori. E le nominations per un viaggio a Stoccolma non potevano certo venire da ovest. Nelle abbondanti rievocazioni italiane di Occhialini, l’Archivio del Nobel non figura neanche come un fantasma evocato a distanza. Come detto, l’autore non è uno storico, ma è un super-esperto di reazioni nucleari, e un appassionato di astrofisica. E con la scusa dei Nobel negati, offre una vigorosa e rigorosa ricostruzione dell’astrofisica nucleare da Fridmann, Eddington e Gamow a Hubble e Hoyle. E mettendo in rilievo l’azione di uno scienziato e gesuita, come Lemaitre, che non riuscì a convincere le alte sfere del Vaticano a aprirsi alle nuove idee cosmologiche specie in materia di origine del cosmo. Con la discussione anche delle implicazioni che vanno al di là della fisica, come il principio antropico, i cui propugnatori non si sono mai visti negare lauti premi.
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