
Teatro e Storia. Vol. 39, 2018
L'opera dello straccione di Vito Pandolfi e il mito di Brecht nell'Italia fascista
Che Brecht non sia solo l’autore di testi teatrali e della rivoluzione tecnica del teatro epico, ma anche l’ispiratore di profonda ridiscussione del senso del teatro sulla base della sua efficacia sociale e politica, è cosa oggi nota. Eppure lo studio della sua ricezione, guardando al passato, si è spesso fermatp alla lettera dei suoi drammi, senza indagare le ragioni di fondo e i risultati di esperienze teatrali che con meno immediata evidenza a lui facevano diretto riferimento.
Il volume di Raffaella Di Tizio capovolge le prospettive tradizionali, ricostruendo una storia in gran parte dimenticata per eccesso di senno del poi: ripercorrere le tappe della prima ricezione italiana di Brecht e lo sviluppo della particolare idea del teatro difesa da Vito Pandolfi. Comprende una analisi delle due messinscene della Dreigroschenoper sotto il regime: la versione del 1930 di Anton Giulio Bragaglia, realizzata sull’onda del successo berlinese, e (soprattutto) lo spettacolo di Pandolfi, di cui l’autrice ricostruisce con amore il complesso tessuto di senso per dimostrare l’importanza e il valore storico.
