Differenze
Didattiche Inclusive
Didattiche Inclusive
Direttore | Felice Corona |
Comitato scientifico | Fabio Bocci, Maria Teresa Cairo, Piero Crispiani, David F. Delacto, Julie Delello, Patrizia Gaspari, Francesco Gatto, Dobrinka Georgieva, Eva Podovšovnik Axelsson, Patrizia Sandri, Stephen Shore |
La collana intende costituire un luogo di incontro tra riflessioni, esperienze e sperimentazioni che rappresentino le diverse declinazioni del concetto di inclusione nella scuola italiana e nel panorama nazionale ed internazionale della ricerca scientifica sulla Didattica Speciale.
Il recente cambio di paradigma dall’integrazione all’inclusione, recepito anche a livello istituzionale, si configura come ulteriore tappa di una storia innovativa della didattica italiana e offre l’opportunità per un ripensamento della Didattica Speciale, a partire dall’idea di differenza come singolarità positiva cara a Deleuze e dal riconoscimento del processo di insegnamento–apprendimento come sistema complesso adattivo, in grado di cambiare in seguito all'esperienza, composto da un numero elevato di parti interagenti in modo non lineare che danno luogo a comportamenti globali. Da questa prospettiva, la differenza appare non più come una condizione liminare, rispetto alla quale esclusione o integrazione si pongono come estremi di un unico continuum, ma come sintesi risolutiva della complessità, come complessità accessoria, “semplice” perché relativa alla situazione locale, come luogo di nascita di una singolarità che si stabilizza definitivamente attraverso la variazione.
In questo quadro, il focus della collana sulla dimensione educativa e didattica rappresenta un trait d'union, una lente attraverso cui leggere ed interpretare una serie di interventi che, nel tentativo di rendere la complessità del fenomeno osservato, spaziano dall’ambito clinico e terapeutico alla riabilitazione, dall’aspetto politico-istituzionale alla dimensione sociale e antropologica della differenza in educazione.
Il recente cambio di paradigma dall’integrazione all’inclusione, recepito anche a livello istituzionale, si configura come ulteriore tappa di una storia innovativa della didattica italiana e offre l’opportunità per un ripensamento della Didattica Speciale, a partire dall’idea di differenza come singolarità positiva cara a Deleuze e dal riconoscimento del processo di insegnamento–apprendimento come sistema complesso adattivo, in grado di cambiare in seguito all'esperienza, composto da un numero elevato di parti interagenti in modo non lineare che danno luogo a comportamenti globali. Da questa prospettiva, la differenza appare non più come una condizione liminare, rispetto alla quale esclusione o integrazione si pongono come estremi di un unico continuum, ma come sintesi risolutiva della complessità, come complessità accessoria, “semplice” perché relativa alla situazione locale, come luogo di nascita di una singolarità che si stabilizza definitivamente attraverso la variazione.
In questo quadro, il focus della collana sulla dimensione educativa e didattica rappresenta un trait d'union, una lente attraverso cui leggere ed interpretare una serie di interventi che, nel tentativo di rendere la complessità del fenomeno osservato, spaziano dall’ambito clinico e terapeutico alla riabilitazione, dall’aspetto politico-istituzionale alla dimensione sociale e antropologica della differenza in educazione.
SINTESI
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