Archeorivista

Spesso la figura di Olimpia scompare dietro quella importante e maestosa di suo figlio Alessandro, il grande conquistatore dell’impero persiano e l’ audace esploratore di terre sconosciute. Di lei si dice solo che fosse quasi una strega, che partecipava a culti segreti e a orge in onore di Dioniso nonché abile artefice del destino del figlio. Su Olimpia la casa editrice Aracne, nell’ottobre 2013, ha dato alle stampe un testo di Paola Lomi dal titolo “Olimpia: la madre di Alessandro Magno”.

Nel libro (424 pagine, 18.00 euro) la scrittrice afferma di non aver voluto scrivere né un saggio né una biografia, ma soltanto un romanzo seppur basato su fonti storiche come Plutarco. Il suo vero scopo è stato quello di volere riabilitare la figura di Olimpia che fu figlia del re d’Epiro Neottolemo, sorella di Alessandro il Molosso, sposa di Filippo II e madre di Alessandro. Tutti re e lei sempre principessa e regina. La lettura del testo ci fa scoprire il vero nome di Olimpia cioè Polissena, nome con cui la chiamavano nella reggia in Epiro la sua cara nutrice Anatoli e l’amato padre. Polissena è una bambina caparbia e fiera delle sue origini che alla morte del padre, per proteggerla, è mandata sull’isola di Samotracia, per diventare ancella e poi sacerdotessa del dio Dioniso. Qui diventerà Myrtale e insieme alle compagne crescerà al riparo da ogni pericolo ma con la certezza datale dall’oracolo di Dodona di dover generare un figlio di cui prendersi cura essendo egli destinato a una gloria immortale.

Ed è a Samotracia che arriva il giovane principe di Macedonia Filippo che s’invaghisce della ragazza e che sposerà una volta diventato re. Le fonti affermano che il loro matrimonio non fu felice sia perché il carattere orgoglioso di Olimpia (così il suo sposo la battezzerà nuovamente) mal sopporta i numerosi matrimoni che Filippo contrae per motivi politici, sia perché il re non sembrava gradire i riti dionisiaci che organizzava di notte con altre donne della sua corte. Matrimonio infelice e di convenienza che porterà addirittura a una partecipazione di Olimpia nell’assassinio di Filippo. Invece, nel testo della Lomi, tra Filippo e Olimpia, nasce un amore forte e passionale che non si spegne mai, che sopporta tutto, un amore che si riversa poi sui figli Alessandro e Cleopatra, un amore che sa durare anche dopo la morte di Filippo.

I capitoli del libro che seguono la morte del re vedono un’Olimpia schierata accanto al figlio, timorosa anche che Alessandro possa perdere il trono. Alessandro è tutta la sua vita è il figlio di Zeus Ammone che sotto le spoglie di un serpente l’ha generato con lei. Quel dio che nell’oasi di Siwa confermerà al giovane re di essere suo padre. Ed è proprio durante la lunga campagna di conquista che Olimpia è preoccupata e angosciata, quando dell’amato figlio le arriveranno solo lettere a descrivere la mitica impresa persiana da cui non farà ritorno. Una vita stroncata troppo presto e che gli dei non hanno saputo proteggere! Il dolore per non aver più riabbracciato il figlio e lo strazio per non poterne nemmeno visitare la tomba dovranno lasciare presto il posto alla consapevolezza di dover difendere il trono macedone. La sua lotta indomita, che la vede anche a capo di un esercito, non le risparmierà la vita. Nel 316 a. C. ancora una volta andrà incontro al nemico a testa alta e i pugnali dei sicari di Cassandro non faranno altro che consegnare alla storia la figura di una donna meravigliosa e combattiva di cui oggi rimane il ritratto su una splendida moneta d’oro conservata a Salonicco che è diventata anche copertina del libro che Paola Lomi ha avuto la bravura di scrivere sottraendo all’oblio e al facile giudizio questa bellissima figura di donna potente e coraggiosa.

Link al sito
Informativa      Aracneeditrice.it si avvale di cookie, anche di terze parti, per offrirti il migliore servizio possibile. Cliccando 'Accetto' o continuando la navigazione ne acconsenti l'utilizzo. Per saperne di più
Accetto