vatican insider
Percorsi dell'Unità d'Italia

L'unificazione d'Italia? E' avvenuta «in un vuoto di conoscenze economiche sul piano teorico e su quello statistico». Non sono parole di uno dei tanti storici dell'"anti-Risorgimento" che stanno fiorendo negli ultimi decenni, ma di uno dei maggiori economisti del nostro Paese, il prof. Paolo Savona. «All'atto dell'unificazione - ha aggiunto l'ex direttore generale di "Confindustria" e ministro dell'industria nel Governo Ciampi (1993-1994) nel contributo al saggio, appena pubblicato da "Aracne editrice" su "Percorsi dell'Unità d'Italia. Confronto e conflitto" (a cura di Maurizio Serio, Roma 2012, pp. 156, € 11, http://www.aracneeditrice.it) - fu commesso un errore monetario, non si sa se consapevolmente o per ignoranza: il rapporto di cambio tra la lira sabauda e la lira tornese fu stabilito alla pari, mentre sarebbe dovuto essere maggiore, forse nell'ordine di 4. Si potrebbe avanzare l'ipotesi che il sottosviluppo meridionale possa trovare spiegazione, in tutto o in parte, in questo errore, dato che, per la natura dello sviluppo dell'epoca, il livello di attività economica del Sud non era inferiore a quello del Nord» (P. Savona, "I complessi intrecci reali e finanziari Nord-Sud che caratterizzano il nostro modello di sviluppo", p. 17). Il volume presenta i contributi scientifici emersi nel convegno "Percorsi dell'Unità d'Italia: confronto e conflitto", svoltosi il 7 giugno 2011 all'Università degli studi Guglielmo Marconi di Roma, che si è focalizzato su alcuni momenti storici e figure o correnti di pensiero all'origine di nessi problematici che hanno caratterizzato il cammino dell'unificazione italiana e prodotto ricadute di carattere socio-istituzionale che il nostro Paese si trova ancora ad affrontare, agli albori del Ventunesimo secolo.La scelta seguita dalla quasi generalità degli autori dei saggi che compongono il libro privilegia un'analisi interpretativa delle fratture infra-nazionali generatesi da quel grande momento di rottura costituito dal Risorgimento, partendo dalla dialettica fra questione settentrionale versus questione meridionale e più in generale dai rapporti centro e periferia che appaiono tutt'oggi dirimenti di fenomeni e comportamenti politici degenerativi.Sulla stessa linea di Savona, ma con strumenti analitici differenti benché complementari, si svolgono i contributi di due giovani ricercatori come Mario Ciampi ("Foedus e nazione nel federalismo italiano", pp. 27-32) e Maurizio Serio ("Il meridionalismo del nuovo millennio", pp. 33-46), che denunciano la scarsa aderenza alla realtà effettuale di ricostruzioni ideologiche volte a fornire un'immagine indifferenziata di quello che è stato definito "il patto che ci lega" (Cfr. Giorgio Napolitano, "Il patto che ci lega. Per una coscienza repubblicana", "il Mulino", Bologna 2009). In particolare sfatando il luogo comune di un federalismo come mera risposta funzionale a una situazione di inefficienza della macchina statale, con ciò tralasciando la ben più rilevante natura di questo istituto, che è riconducibile all'"amicizia civile" fra i consociati imperniata sul principio di sussidiarietà.Per questo motivo andrebbe recuperata, ad avviso dei relatori al convegno, la grande importanza dell'influenza dell'abate Antonio Rosmini (1797-1855) al pensiero risorgimentale, come documenta ad esempio Tommaso Valentini che, nel suo contributo su "Augusto Del Noce: il Risorgimento come "˜rivoluzione liberale' e "˜restaurazione creatrice'", pp. 57-80) suggerisce di recuperare a tal proposito la lezione di Augusto Del Noce. Il filosofo cattolico, infatti, individuava nel pensatore roveretano uno dei vertici del Risorgimento filosofico italiano, come riscoperta dell'ontologismo e come rinnovamento della stessa vita democratica italiana fondata su una nuova filosofia della libertà. Che a prevalere sia stata invece una impostazione di "Realpolitik" lo hanno rilevato persino osservatori coevi come Herzen e Dobroljubov, la cui lettura risulta decisiva secondo Roberto Valle ("La disunità d'Italia. Herzen, Dobroljubov e il Risorgimento", pp. 91-102) per comprendere la filosofia del Risorgimento. Le aporie dello "state-building" italiano sono rinvenibili, infine, negli altri contributi dei partecipanti al convegno (Angelo Arciero, Paolo Armellini, Giuseppe Casale, Andrea Gentile e Giovanni Montefusco) che, nel rifiuto di una sistemazione federale a livello territoriale, nella concezione proprietaria e patrimoniale del liberalismo ottocentesco (a cominciare dallo stesso Cavour), e nella mancata soluzione alla questione agraria, rinvengono i principali motivi della mancata piena integrazione del Mezzogiorno nell'unificazione dello Stato nazionale.

Informativa      Aracneeditrice.it si avvale di cookie, anche di terze parti, per offrirti il migliore servizio possibile. Cliccando 'Accetto' o continuando la navigazione ne acconsenti l'utilizzo. Per saperne di più
Accetto