Roma Cultura
Novelle Scene e Racconti

Le ricerche svolte da Cristiana Anna Addesso, studiosa presso il Dipartimento di Filologia Moderna dell'Università Federico II di Napoli, sulla produzione letteraria e teatrale di Francesco Mastriani sono confluite nella recente riedizione della raccolta mastrianesca "Novelle Scene e Racconti" (Aracne, 2012), anticipata dalla pubblicazione nel 2009 del volume "Francesco Mastriani a teatro". Il recupero di "Novelle Scene e Racconti" nasce non solo dalla volontà di ripercorrere i «primi passi» della «letteraria carriera» del giovane Mastriani, ma si prefigge anzitutto l'obiettivo di sottrarre all'oblio quelle che lo stesso autore ha definito nella "prefazione" alla prima edizione del 1867, pubblicata presso l'editore Giosuè Rondinella, come le «imperfette scritture» della propria gioven- L tù. A tale scopo, rifacendosi ai due volumi dell'editio princeps, in cui però Mastriani raccolse solo 40 scritti (15 nel I volume e 25 nel II volume), precedentemente apparsi nelle rubriche dei periodici letterari ai quali collaborò tra gli anni Trenta e Cinquanta dell'Ottocento, la Addesso presenta l'intera raccolta dell'autore in un libro organico e compatto, corredato di un'appendice contenente i testi mai pubblicati fino ad oggi in volume e che, essendo stati esclusi dall'edizione del 1867, rischiavano la dispersione. Se da un lato l'autrice ricostruisce il profilo di Mastriani come "novelliere" prolifico, dall'altro fornisce un'accurata analisi dei testi, senza tralasciare le varianti che lo stesso autore ha introdotto, sia a livello linguistico che contenutistico e strutturale, durante le periodiche pubblicazioni delle narrazioni in più sedi editoriali. All'indomani dell'Unità, nel periodo in cui Mastriani deve confrontarsi, in qualità di ex collaborazionista borbonico, con l'estraneità dai nuovi gruppi culturali, produce "la trilogia socialista" ("I Vermi", "Le ombre", "I misteri di Napoli") e nel contempo - afferma la Addesso - «recupera la tipologia del "narrar breve", con pagine caratterizzate da atmosfere romanticheggianti e da un certo populismo e moralismo conservatore per fidelizzare il vasto e variegato pubblico della capitale». Tuttavia questi testi narrativi non riportano, a dispetto del titolo della raccolta, alcuna indicazione di genere, poiché - asserva la studiosa - «Mastriani opera, per la pubblicazione in volume, prelievi non soltanto dalle tre "categorie" indicate nel titolo, ma anche dai "ritratti", dai "costumi" e dalle "caricature", imponendo allora definitivamente di considerare vano il discorso per generi letterarí®». Di conseguenza «diventa lecito individuare alcuni tratti comuni della "novella" e del "racconto" così come Mastriani li concepisce sulle colonne dei periodici, il loro distinguersi e/o intrecciarsi alla "scena", l'addizionarsi di quest'ultima al "costume" e alla "caricatura", nonché cercare di motivare cosa spinga il Mastriani "socialista" degli anni Sessanta dell'Ottocento a recuperare e riproporre testi nati e appositamente confezionati per il pubblico aristocratico e borghese degli anni Quaranta e Cinquanta». All'interno della raccolta del 1867 spicca anzitutto un modesto gruppo di novelle ("La pastorale", "Egli stesso", "Due gondolette" e "L'artista") assieme al racconto "Brissard". Il ridotto manipolo di racconti, pubblicati da Mastriani sui periodici, è rappresentato da "Brown" - cui accostare per certi aspetti "Un pezzo anatomico" - e dal popolare "Graziella", quest'ultimo accomunabile a "Tre numeri al lotto" e "Filomena" (non individuabili su periodici) e a due racconti esclusi dalla raccolta, "Cecco l'idiota" e "Gennaro". Appartengono infine alla caricatura e al ritratto sociale "Il padre d'una bella figliuola", "Cinque grana", "Lo sposo di provincia", "Un brodo, Ella!", "Una serata musicale" e la "Classificazione delle donne", che offrono godibili ritratti di determinati "tipi" sociali.

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