Giornale dell’Architettura
Racconti migranti tra Europa e States

E permette l’incontro con la figura di Edgardo Contini, critico d’architettura e ingegnere di origini ferraresi emigrato negli Stati Uniti nel 1939 con la famiglia in seguito alle persecuzioni razziali del fascismo – in quanto ebreo ed esponente di quella famiglia Finzi-Contini del famoso romanzo di Giorgio Bassani – protagonista del volume Edgardo Contini (1914-1990). Ingegnere italiano sulla West Coast. Tra Early Modernism e International Style (di Fausto Giovannardi e Olimpia Niglio, Aracne, collana Esempi di Architettura 48, 2020, 176 pagine, testo italiano-inglese, 18 euro). A metà anni quaranta Contini iniziò a lavorare proprio a Los Angeles, dove ebbe una lunga carriera collaborando anche con nomi molto noti, da Charles Eames a Eero Saarinen, incrociando anche – nello studio Victor Gruen Associates, di cui era socio – un giovane Frank O. Gehry. Fu anche autore del dirompente piano per la città di Forth Worth, mai realizzato, con una visione urbanistica ante-litteram che privilegiava i pedoni alle auto. Contini, che insegnò anche alla University of Southern California e alla UCLA, si definiva un ingegnere umanista e univa alle conoscenze tecniche una spiccata sensibilità estetica ed una creatività di matrice tutta italiana. Il volume, oltre a essere un omaggio a una figura purtroppo poco conosciuta a livello italiano, è una lettura stimolante che fa riflettere sulla sempre maggiore necessità di contaminazione tra culture. [...]

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