Un pedagogista nel poliambulatorio

Partendo dal presupposto che per la pedagogia le soluzioni univoche, generali e preconfezionate dei problemi sono antieducative in quanto le risposte alle nostre incognite nascono dentro noi stessi, Franco Blezza, in quest'opera, attraverso l'esposizione dei casi da lui trattati, ci introduce lucidamente in una relazione in cui una persona-professionista aiuta l'altra persona-interlocutore ad evolvere e a realizzarsi nel modo migliore, senza dirigerla, plasmarla o condizionarla, senza alcuna opera di "trasferimento" di possibili soluzioni o di alcunché di analogo.Un Pedagogista nel poliambulatorio è, infatti, un testo costituito dai resoconti di una serie di casi clinici legati alla personale esperienza dell'Autore in un poliambulatorio medico. Una introduzione ed una chiusa, chiaramente fantastici, servono ad una contestualizzazione tipica dell'esercizio professionale di carattere strettamente pedagogico. In questo lavoro, l'autore non tratta gli strumenti concettuali e pratici applicati al trattamento dei casi clinici come nelle precedenti opere, ma ci presenta esclusivamente casi clinici seppur con qualche sua personale riflessione intercalata e finale.Vengono così presentati al lettore esattamente otto casi caratterizzati da colloqui che si svolgono in due, tre fasi, così come previsto dall'iter dell'Interlocuzione Pedagogica, che non solo risultano effettivamente avvincenti, appassionanti, alcune volte commoventi, ma che si lasciano riconoscere da ognuno di noi come casi di vita in cui riconoscere anche, per certi importanti versi, chi ci è vicino totalmente o in parte e financo noi stessi.I casi esposti ci narrano di interlocutori e non di pazienti o clienti, ed questo costituisce un punto fondamentale: interlocutori ai quali vengono forniti sagaci suggerimenti che provocando moti interiori (non inconsci) che forniscono l'opportunità di creare una propria personale risoluzione ai propri personali problemi, stimolando un processo di trasformazione basato sulla motivazione interiore.Questo tipo di lavoro nasce in Occidente dall'antichità e precisamente dalla dottrina socratica: l'ars maieutica, ma di fatto, possiamo anche ritrovare questi stessi principi nel misticismo orientale del Taoismo, dello Shivaismo, dello Yoga e in tradizioni "più recenti" come il Buddhismo che ha comunque circa duemilaseicento anni. In entrambi i casi, sia i testi che il rapporto tra discepolo e maestro, sono costantemente volti a creare stimoli diretti all'evoluzione interiore senza però applicare direttiva alcuna. Nella pedagogia proposta da questo Autore, la relazione tra interlocutore e pedagogista è comunque bidirezionale e si fonda su una comunicazione reciproca dove la capacità di ascolto è fondamentale per disporre dei feedback appropriati alla continua sintonizzazione con alterità, portatrici ognuna di un proprio sistema di significati cognitivi ed emotivi.Questo compendio di esperienze e di casi è di fatto una lettura leggera e piacevole che lascia in ognuno di noi frammenti di consapevolezza ma che esprime anche una visione ben precisa di quello che oggi è il ruolo del pedagogista: un professionista che opera nel campo di ciò che è conscio ed opera attraverso una relazione d'aiuto, non terapeutica, in cui ogni interlocutore viene stimolato a costruire un proprio percorso in maniera attiva, originale, soddisfacente e pur sempre suscettibile di perfettibilità ulteriore.

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