
Biagio Propato
Un saliscendi inferi-ogdoade tra colori e versi nel putridume della società moderna
Cromie e stinchi si intrecciano in un saliscendi Inferi - Ogdoade, tra riferimenti e richiami a Dante, tra il grottesco e il gioco, tra l'assurdo e la coscienza, tra richiami biblici in assonanza con il moderno e attuale mondoimmondo, in cui il fotografo Fabrizio Bu- ratta e il poeta FaraoÌ€n Meteoses, cercano il punto di incontro artistico e umano. "Il dolce cammino" eÌ€ costellato di "fermate a richiesta". Una sorta di viatico, di camminamento dantesco, e nella "Vanity fair", dove il passo eÌ€ spesso frenato da belve e ostacoli di ogni tipo, che a volte fanno deviare il "caminante", nella CittaÌ€ dolente arsa dal fuoco. Fortunatamente il carico pesante dell'insoddisfazione viene alleggerito dalla poesia, dal suo volo tagliente, che squarcia la "Soglia scura", tra realtaÌ€ e veritaÌ€, tra materia e spirito, tra sonno e veglia, inerpicandosi verso l'Oltre, facendosi viva voce echeggiata nel divenire in continuo farsi, nell'incertezza. FaraoÌ€n MeteoseÌ€s pur non distaccandosi interamente dallo stile che caratterizza le sue opere precedenti, mostra una mano piuÌ€ sicura, piuÌ€ calma, nell'immergere il suo calamo e intingerlo in un inchiostro vero, audace. Aspettatemi liÌ€ purcheÌ sediate/lungo la cresta dell'onda - e varcando impavido la soglia scura/sorpasseroÌ€ la barriera della coscienza. (III fermata - pag. 28). Le sequenze fotografiche del maestro Buratta, quelle dei versi di MeteoseÌ€s, a volte volutamente di natura didascalico-didattica, nel senso antico dei latini, o della moderna semiotica, non cercano solamente di spiegare se stesse le une alle altre, ma si creano in modo autonomo e precipuo, sia pur procedendo in un moto binario apparente, quindi separate, ma sullo stesso treno: treno della conoscenza, della critica, dell'estetica, del simbolo, senza voler essere gnomiche. Il viaggio esternointerno non esclude repentini mutamenti di rotta e il "CAMINANTE" puoÌ€ osservare e mescolarsi a mutabili diorami e passaggi, sbirciando sempre il tutto, con juicio. E respirare sincrono al cuore e nella mente/con quella luciditaÌ€ serena e cosiÌ€ smagliante/darti a te stesso senza piuÌ€ mentire,/provare a sentirti davvero e auscultarti/sia il pneuma e sia l'anima. (V fermata - pag. 33). Non c'eÌ€ bisogno della bomba atomica: ci sono le macchine, gli incidenti, che provocano migliaia di vittime, c'eÌ€ l'inutile che sommerge l'utile, la negligenza che sommerge l'intelligenza, la menzogna che sommerge la veritaÌ€, l'odio che sommerge l'amore. Bisognerebbe azzerare ogni tipo di produzione, poicheÌ una societaÌ€ cosiÌ€ gravida di zavorra, rischia di far sprofondare la Terra. Il fotografo e il poeta si incontrano in ogni analisi e sembra che all'unisono dicano: E facciamole le pulizie dell'impuritaÌ€ dell'anima e del corpo - Mondiamo questo mondo rotondo (XXV fermata - pag. 73). L'ossimoro continua a trovare spazio nella versificazione: E poi tanti auguri e buona morte. (VI fermata - pag. 35). E ancora: Sono felice nell'egoismo sano della pura morte. (XXI fermata - pag. 65). Immagini e versi si compenetrano in modo emblematico, in questo libro scritto bene, fotografato bene. Il male che governa il mondo eÌ€ scaturito da una scoreggia pestifera di Satana, e i suoi isotopi puzzolenti dureranno sino al tempo stabilito... non per sempre. Per intanto, FaraoÌ€n MeteoseÌ€s afferma: Adesso sono un senza tetto, un senza tutto, ma ribadisce anche Che non intendo abbandonare come il mare amniotico/dove vissi felice/come un embrione. (XXX fermata - pag.83).[...]Per vedere la recensione scarica il documento allegato