"Scrivo e le nuvole se ne vanno. Che sia la cura giusta, caro prefetto, unico mio alleato, per disfarsi dell'inquilino che ho dentro? Magari funziona come per la coscienza di Zeno. Scrivi e ti liberi del vizio del fumo. Io scrivo e mi libero del tremore, o almeno della paura che mi fa" [...] Voglio scrivere per me, che al momento vedo solo la luce lattiginosa del pc, che fa sembrare irreali le mie dita che corrono alla meno peggio sulla tastiera. Voglio scrivere per gli altri uomini invasi dal signor P., perché glielo devo. E per i Ris della ricerca, per i giovani appassionati che si intestradiscono a restare i Italia malgrado i contratti balordi e i baroni rampanti". La storia di una lotta quotidiana con un inquilino ambiguo e molesto, il signor P. come l'autore chiama ironicamente il Parkinson che l'ha colpito.

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