Giuseppe Giusti
Poesia, satira, rapporti con il mondo anglosassone
Area 10 – Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
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SINTESI
A pochi anni dal bicentenario della nascita, questo libro è un’analisi della figura e dell’opera di Giuseppe Giusti, poeta dell’Ottocento toscano. Il volume non si sofferma tanto sull’aspetto puramente tecnico dello stile, ma cerca collegamenti fra la produzione giustiana e la fortuna che essa ebbe nel mondo anglosassone. Dalla testimonianza di varie fonti appare chiaro che le opere di Giusti sono state non solo tradotte, ma anche lette e apprezzate all’estero e che gli Inglesi a lui contemporanei hanno molto amato la letteratura e l’arte italiana. Giuseppe Giusti, con genuina ispirazione ricca di abile tecnica, fa sgorgare dalla penna versi dal ritmo scattante che sanno “colpire il vizio” ed educare il lettore ponendo alla berlina la politica reazionaria, il malgoverno e il malcostume; ma la sua satira mordace non raggiunge mai vette di estrema cattiveria, anzi si ripiega, talvolta, nella malinconia. Sulla fortuna letteraria di Giusti è stato scritto molto, esiste una bibliografia a dir poco sterminata. Eppure non è un poeta “canonizzato”, la sua causa di “beatificazione” è tuttora aperta. E se rimane — agli occhi di qualche lettore poco attento — troppo paesano e prosaico, forse più uomo che poeta, con il suo acume intelligente ha saputo notare passioni, vizi, debolezze proprie di tutti i tempi, e descrivere scene che, seppur pensate in Toscana, durante il regno di Leopoldo II, potrebbero gustarsi in qualsiasi parte d’Italia e in ogni tempo.
pagine: | 196 |
formato: | 14 x 21 |
ISBN: | 978-88-7999-712-6 |
data pubblicazione: | Gennaio 2006 |
marchio editoriale: | Aracne |
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